L’esposizione vuole raccontare la vicenda di mezzo secolo di pittura di un artista di cui hanno scritto alcuni dei più importanti critici della sua e anche della nostra epoca, come Francesco Arcangeli, Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi, Giovanni Carandente, Flavio Caroli, Enrico Crispolti, Pierre Restany.
La mostra segue un andamento cronologico prevedendo la presenza di dipinti dell’epoca informale (1955-1961), opere e carte realizzate tra metà anni Sessanta e fine Settanta e i monocromi prodotti principalmente tra gli anni Novanta e Duemila.
Tra i dipinti più significativi vanno ricordati, tra gli altri, Paesaggio verde del 1955 che segna l’inizio del periodo informale, Frontale del 1960 con il quale vinse l’VIII° edizione del Premio Spoleto, Opéra Comique del 1964 presente alla XXXII° Biennale d’Arte di Venezia e Aphia del 1978 data di avvio della pittura monocolore.
Il percorso espositivo include anche alcuni lavori di artisti informali compagni di strada di Raspi, italiani e internazionali, riuniti e presentati dalla Galleria l’Attico di Roma. Tra tutti una scultura del 1959 di Leoncillo Taglio Grande.
Cinque opere di piccolo formato costituiscono infine un’appendice alla mostra, che documenta, con bozzetti e progetti, la grande scultura parietale in acciaio allestita permanentemente a Spoleto presso l’Albornoz Palace Hotel nel 2001.
L’esposizione è sostenuta dall’Archivio Raspi e patrocinata dalla Fondazione La Quadriennale di Roma, è a cura di Marco Tonelli Direttore artistico della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola Spoleto.