Verso il giardino e la scuola di Herat in esilio

Uno spazio di relazione tra Roma ed Herat, tra chi dà e chi cerca rifugio. Una scuola di miniature ma anche un giardino: famosi nel mondo erano le miniature e i giardini di Herat. Un piccolo ecosistema in cui ritessere le relazioni tra natura ed arte, luogo di libera espressione artistica: pittura, miniature, fotografia, musica e poesia che ad Herat oggi sono condannate al silenzio e alla clandestinità. La scuola di Herat in esilio a Roma vuole essere uno spazio di azione, formazione e trasformazione, reciproca, aperta, tra culture e discipline, tra città e scuola, tra gli esseri umani e l’ambiente in cui vivono; uno spazio d’arte dedicato all’incontro tra gli artisti, intellettuali e studenti in arrivo in questi giorni dall’Afghanistan a Roma, dove tenere vive tradizioni artistiche oggi ridotte al silenzio in Afghanistan tra cui l’antica tradizione delle miniature di Herat.

Programma:
ore 9 – 9.30 Introducono Silvia Simoncelli (NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Roma) e Mara Matta (Global Humanities, Università Sapienza),
ore 9.30 – 10.30 presentano la proposta Morteza Khaleghi (Comunità afghana di Roma), Nazir Raghozar (Fine Arts, Herat Univ.) e Lorenzo Romito (Stalker).
ore 10.30 – 11 interventi dal Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Herat Mohammad Tawfig Rahmani, Abdul Naser Sawabi e Asisa Habib Zada traduce Morteza Khaleghi, modera Nazir Raghozar
ore 11-12 ne discutono Marco Scotini (NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Visual Arts), Sam Stourdzé (Accademia di Francia a Roma – Villa Medici), Alessandro Triulzi (AMM – Archivio delle memorie migranti) modera Celeste Nicoletti
a seguire presentazione di Nazir Raghozar di alcune delle miniature della nuova Scuola di Herat presenti a Roma

Il programma potrebbe subire variazioni