Nell’Italia repubblicana ormai liberata dalla dittatura fascista la libertà d’espressione sancita dalla Costituzione è stata limitata, nei fatti, dal rigido controllo istituzionale a cui sono stati sottoposti gli spettacoli (teatro, cinema, radio, televisione) e la carta stampata. La censura democristiana, fenomeno ancora da ricostruire ma che condizionò profondamente la vita culturale italiana dal dopoguerra ai giorni nostri, nacque in diretta continuità con quella fascista (nonostante qualche sbrigativo aggiornamento legislativo o transitoria epurazione, ne mantenne norme e i funzionari) ma fu ideologicamente guidata – anzitutto ad opera del suo primo creatore, Giulio Andreotti – dagli orientamenti culturali del Vaticano.
Per inquadrare il fenomeno, la conferenza si propone di presentare il laboratorio di studi e di ricerche condotte sul tema della censura nel secondo Novecento fornendo una panoramica delle norme in vigore e delle opere cassate e approfondendo alcuni casi di studio particolarmente emblematici: la storia censoria de La governante e di Don Giovanni involontario di Vitaliano Brancati (un autore fortemente colpito dalla repressione governativa e che al tema della libertà d’espressione dedica un duro pamphlet polemico, Ritorno alla censura), e le burrascose vicende di un grande classico della nostra letteratura, che incappa nelle anacronistiche maglie del clericalismo ufficiale: La Mandragola di Niccolò Machiavelli.
Per mezzo di letture sceniche e di immagini d’archivio, protagonisti indiscussi saranno i preziosi ed inediti documenti custoditi nel Fondo Revisione Teatrale dell’Archivio Centrale dello Stato. Grazie ad una prospettiva interdisciplinare, indagare le forme e i motivi della censura nella seconda metà del XX secolo permetterà di modificare la percezione della nostra recente storia culturale e di mettere in discussione quadri storiografici rigidamente inquadrati nella manualizzazione corrente, raccontando in modo innovativo uno snodo centrale quanto trascurato del Novecento letterario in Italia.