R.I.P.- Requiem per un compleanno

Questo testo si interroga sul tema della creazione e sul “qui e ora” del teatro indagando il limite tra scrittura e azione, personaggi e attrici, reale e realtà. Riflettendo su quale senso abbia oggi parlare di rito teatrale ci si pone una domanda: che cosa significa realmente crisi se con questa parola indichiamo lo stato abituale della realtà? La crisi può essere frattura, ma anche scelta.
Un ululato dall’eco metallica dà il via ad una festa sconsacrata. E’ un requiem? In realtà in scena ci sono tre attrici che tentano di orientarsi in un testo in cui una ragazza ha perso il proprio nome: tutte le sue battute sono precedute da un trattino. Chi legge cosa? Chi guarda chi? Bisogna fare una scelta. Parte il primo dialogo: il problema sembra essere la crisi esistenziale di una ragazza alla soglia dei trent’anni che non riesce a festeggiare il proprio compleanno. In realtà all’autrice del testo mancano tre anni prima di avere trent’anni, quindi il vero problema è che l’autrice del testo “non crede più a niente” e sta attraversando una crisi spirituale. Le attrici, al terzo giorno di prove, attraversano una prima crisi artistica. E’ chiaro: il problema della crisi è semplicemente il tre, c’è troppa simbologia dietro a questo numero. Quello che doveva essere un compleanno pian piano si trasforma in un rito sacrificale in cui emergono visioni oniriche abitate da personaggi mitologici e non, in cui tutti cercano di ri-creare l’Eden perduto.
Di Maria Irene Minelli Con Maria Irene Minelli, Sara Baldassarre, Arianna Di Stefano