PHARMAKON. Episodio 2
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PHARMAKON. Episodio 2

Seconda esposizione nell'ambito del progetto curato dall’Associazione Gandhara dedicato alle nuove generazioni artistiche

23.09.2022 ─
05.11.2022
Museo delle Mura
Via di Porta San Sebastiano, 18

Informazioni

Pharmakon. Episodio 2 è la seconda delle due esposizioni del progetto PHARMAKON, curato dall’Associazione Gandhara, vincitore del bando “VitaminaG”, nell’ambito del programma GenerAzioniGiovani.it, finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostegno del Dipartimento per la Gioventù.

La seconda tappa del progetto, ospitata negli spazi del Museo delle Mura dal 23 settembre al 5 novembre 2022 (inaugurazione 22 settembre), è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

PHARMAKON ha come obiettivo la riconnessione delle giovani voci artistiche con il territorio e le istituzioni culturali e museali della capitale, oltre a quello di dare la possibilità ai talenti emergenti di poter esprimere il loro sentire artistico in relazione alla società contemporanea. Un sentire generazionale, spesso malinconico, confuso, perso di vista nei meandri della coscienza singola o nella frenesia della società di massa.
Il termine pharmakon, dal greco φάρμακον, viene inteso come farmaco utile o nocivo, veleno, cura, espediente, una via di fuga dalla realtà per le nuove generazioni che in questo modo cercano riparo dalle frustrazioni e dai disagi che la società contemporanea produce in loro. Secondo il pensiero baudelairiano, l’artista, in questa realtà distopica, innescandosi nel preciso punto di convergenza di un proprio sentire utile ma contemporaneamente anche nocivo, come un pharmakon, trasforma un malessere sterile in malessere espressivo, fecondo, liberatorio, motore di creatività e di pensiero.

Pharmakon. Episodio 2 utilizza l’installazione nelle sue forme più diverse, come il video, la scultura e i richiami all’arte povera.

Cinque i giovani artisti in mostra: Guia Bertorello (Genova, 1997) con il cortometraggio Recànto, che si articola attorno al tema dei “nodi di memoria” all’interno del paesaggio urbano, una Genova rappresentata come una grande figura matriarcale che accoglie e ripara, grazie alla sua natura di nascondiglio e protezione; Sofia Bordin (Roma, 1998), invece, con la sua installazione and lies in folds, ripercorre la vicenda dello squadrista e poi segretario del Partito Nazionale Fascista Ettore Muti, che utilizzò Porta San Sebastiano come abitazione e studio personale. Negli spazi pensati per lui dal celebre architetto Luigi Moretti, uno degli elementi ricorrenti erano le tende, impiegate come componente decorativa o come struttura architettonica, un forte richiamo ai fasti della Roma imperiale. Nella sua installazione l’artista ricrea l’ambientazione di Moretti, attraverso l’uso di tende silenziose e immobili che, allo stesso tempo, mostrano e nascondono gli spazi. Julia Creuheras (Barcellona, 1995) con il lavoro 3deCorazones indaga gli “oggetti del desiderio”: pistole, sigarette e tacchi alti che si muovono in maniera cinetica, quasi rincorrendosi; Tonino Pepe (Roma, 1996) con la sua opera Terra, lavora sul concetto di “impedimento” attraverso l’utilizzo di materiali poveri, come la terra, che avrà una funzione di impedimento all’interno dello spazio museale; infine Jeronim Horvat (Berlino, 1991) con The House of Opportunities presenta una riflessione sulla mitologia e  sul suo rapporto con la società di oggi.

Gandhara è un’Associazione di promozione sociale nata nel 2018 da un’idea di Margherita Musi, Anna Masala, Irene Romito, Giulia Angella, Giulia Loriga, Annaflavia Merluzzi e Rachele Santaniello, una community di giovani curatrici emergenti, appartenenti alla scena culturale romana. Gandhara vuole essere uno spazio di ricerca artistica all’avanguardia, con l’intento di ideare eventi interattivi dove tecniche espressive vengono a coesistere in una proposta curatoriale concettuale e visiva.

Il programma potrebbe subire variazioni

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