Una tuta da ginnastica, un tubino nero attillato, ma anche il grembiule per le pulizie o il pigiama, i jeans con il maglione a collo alto, un vestito: è Com’eri Vestita?, la mostra di Libere Sinergie in cui si raccontano storie di violenza sessuale attraverso i vestiti che le donne indossavano quando hanno subito la violenza. In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalla Nazioni Unite per il 25 novembre, Com’eri vestita? viene allestita in contemporanea negli spazi del MACRO e in oltre 20 località in tutta Italia.
Il progetto prende avvio da un progetto di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas e da Mary A. Wyandt-Hiebert, responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas, dove la mostra è stata esposta per la prima volta nel 2013.
L’evento è arrivato in Italia nel 2018 tramite l’Associazione Libere Sinergie e successivamente Amnesty International-Italia lo ha riproposto, dopo aver lanciato nel 2020 la campagna #IOLOCHIEDO, per l‘introduzione del principio del consenso nel nostro ordinamento in riferimento alla violenza sessuale.
Lo scopo principale della mostra, oltre a essere quello di promuovere una maggiore consapevolezza del pubblico sul tema della violenza di genere, è anche quello di sostenere la necessità di combattere il senso di colpa scaricato sulle vittime, aspetto non secondario. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale.
Promossa da Amnesty International con il patrocinio del Municipio Roma II
Il programma potrebbe subire variazioni