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Alfonso Berardinelli affronta il tema della critica secondo Pasolini
Nell'ambito di Alfabeto Pasolini
Pasolini disse una volta di sentirsi uno scrittore “che viene dalla critica”. In effetti, se veniva dalla critica per aver letto da giovane Gramsci e Contini, ha concluso la sua parabola di scrittore tornando alla critica, con gli articoli e saggi raccolti nei suoi ultimi libri, i più famosi e ormai i più letti: Scritti corsari, Lettere luterane e Descrizioni di descrizioni.
Si potrebbe anche dire che la sua varia e instancabile sperimentazione con tutti i generi letterari e con il cinema sia stata guidata da una fortissima autocoscienza critica, e culmini nella sua attività di giornalista politico e di recensore letterario.
Pasolini è un critico per eccellenza e destino, è un critico-poeta e un poeta-critico che ha per oggetto la società, le sue classi, le sue ideologie, e infine le sue patologiche “mutazioni”; mentre d’altra parte la sua sociologia critica prende la forma di un’opera letteraria che molti (me compreso) considerano la sua più riuscita, oltre che il suo testamento autobiografico, morale e politico.
Dunque la critica. Come critico Pasolini appartiene interamente alla grande tradizione culturale moderna e antimoderna, quella che dal Settecento illuministico all’Ottocento romantico, al Novecento politicamente anarchico, populistico, utopistico e sempre antiborghese, ha caratterizzato, in profondità e in estensione, tutta la modernità nelle sue varie fasi con autori il cui individualismo ha giudicato e sfidato la società: autori come Leopardi e Kierkegaard, Oscar Wilde e Kraus, Kafka, Saba, Lorca, Majakovskij, Camus, fino ai coetanei culturali di Pasolini stesso, come Kerouac e Ginsberg, Enzensberger, Harold Pinter.
La critica per Pasolini è una necessità storica e intellettuale di ogni scrittore e artista. La società del capitalismo, della borghesia e poi della classe media universale, sono al centro di tutta la critica culturale moderna, che vede nella continua espansione della socializzazione normativa, industriale e statale, la più insidiosa e mostruosa minaccia alla libertà degli individui. Per questo la critica, anche per Pasolini, come per ogni individuo escluso o perseguitato, è diventata una questione di vita o di morte.
Incontro con Alfonso Berardinelli
Alfonso Berardinelli, Roma 1943, saggista e critico letterario. Collabora con “Avvenire”, “Il Foglio” e “Il Foglio – Review”, “Il Sole 24 Ore”, “Una città”, “Vita e Pensiero”. Ha pubblicato diversi libri, fra cui Il critico senza mestiere (1983), La poesia verso la prosa (1994), L’eroe che pensa (1997), Cactus (2001), Il critico come intruso (2007), Casi critici (2007), Leggere è un rischio (2012), Lo scrittore invisibile (2014) e i più recenti Giornalismo culturale (2021) e Un secolo dentro l’altro (2022).
Il programma potrebbe subire variazioni
Gratuito
La diretta sarà visibile sul canale Youtube e sulla pagina Facebook di Biblioteche di Roma e della biblioteca ospitante
Biblioteche di Roma
Rassegna di incontri in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini