MUTA IMAGO – CECHOV – TRE SORELLE
regia, scene e luci Claudia Sorace
drammaturgia, suono Riccardo Fazi
con Federica Dordei, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli
Una casa in rovina. Circondata da una natura indifferente che sembra premere alle pareti, sui vetri delle finestre.
Un rifugio, uno shelter, tra i cui confini abitano tre sorelle: donne, esuli, apolidi; ma anche streghe, sciamane, barbone. Mentre fuori il mondo per come lo conoscevano va in rovina, cercano disperatamente di tenere insieme un riparo. Contro lo spaesamento, il senso di sradicamento e di abbandono, improvvisano un rifugio, costruiscono strategie, atti magici, inventano abitudini; parole, opinioni, gesti, azioni che permettano loro di tenere insieme “la casa”, il centro del mondo. In un tempo che sconvolge, dominato da rotture, stravolgimenti e paure, tra incendi, tempeste di neve, esercitazioni di una guerra lontana in avvicinamento, le tre donne, barricate in casa, si spostano senza requie tra il passato e il futuro cercando in essi l’unica possibilità di pienezza, di profondità, di comprensione. Il loro tempo è esploso, il loro presente si muove tra scosse e frammenti dispersi di eventi lontani; loro stesse danno voce e corpo alle loro incarnazioni future e passate, cercando di ritrovare un’unità perduta.
Lavoriamo a una riscrittura del testo di Cechov per capire come queste parole lontane possano entrare in relazione con il sentire attuale. Una riscrittura che mette al centro degli eventi le tre donne protagoniste del dramma: tre donne, tre esuli, rimaste ormai sole. Gli eventi raccontati nel dramma di Cechov sono già accaduti, o forse, devono ancora accadere, fatto sta che nel rifugio, nella casa, sono rimaste solo loro: hanno abbandonato il mondo e il mondo le ha dimenticate. Vogliamo lavorare a partire dal testo di Cechov, ma utilizzarlo come fosse un racconto di fantasmi. La morte del padre, l’abbandono di Versinin, le dichiarazioni d’amore di Tuzenbach, i discorsi sul tempo e sul futuro, il carnevale notturno, l’incendio: scene e momenti riaffiorano e ritornano, all’interno di una sorta di capsula temporale che attraversa gli anni, ri-presentandoli ogni giorno. Possessioni, incontri, incarnazioni, viaggi nel tempo che si chiedono e ci chiedono, così come faceva Virginia Woolf nelle ultime pagine dei suoi diari, mentre la guerra infuriava su Londra: “Cosa c’è di reale in tutto questo? Avremo mai nuovamente una vita vera?”
Foto Table Rappers (2013)
Tereza Zelenkova
Coproduzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale e Index Muta Imago
in collaborazione con AMAT & Teatri di Pesaro per “Pesaro 2024. Capitale Italiana di Cultura”
con il sostegno di Festival delle Colline Torinesi, TPE/ Teatro Piemonte Europa
Il programma potrebbe subire variazioni