Torna a Roma, presso Palazzo delle Esposizioni, come premiere italiana, la 66° edizione del World Press Photo. La mostra, ospita le foto finaliste del prestigioso premio di fotogiornalismo, che dal 1955 premia ogni anno diversi fotografi professionisti per i loro migliori scatti contribuendo così a costruire la storia del giornalismo visivo mondiale.
Le opere premiate di questa edizione mostrano alcune delle storie più importanti del 2023 e altre più inosservate, scattate da fotoreporter e fotografi documentaristi di tutti i continenti.
I vincitori regionali offrono approfondimenti unici sulle storiche proteste in Iran, le molte sfaccettature del cambiamento climatico dal Marocco all’Australia, al Perù e al Kazakistan; la brutale invasione russa dell’Ucraina; e le nuove realtà nell’Afghanistan controllato dai talebani in seguito al caotico ritiro delle truppe statunitensi.
I 24 vincitori e le 6 menzioni d’onore che descrivono storie di conflitto, cultura, identità, migrazione, ricordi di passati perduti e scorci di futuri vicini e lontani, sono stati selezionati tra 60.000 foto e progetti inviati da 3.752 fotografi provenienti da 127 paesi. I lavori sono stati valutati, in primo luogo, da sei giurie regionali.
Tutti i vincitori sono stati poi scelti da una giuria globale composta dai sei presidenti di giuria regionali insieme al presidente della giuria globale Brent Lewis, photo editor del New York Times e co-fondatore di Diversify Photo.
I nomi dei quattro vincitori mondiali dell’edizione 2023, selezionati tra 24 vincitori regionali, (uno per categoria: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Formato aperto) per ognuna delle sei zone del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est asiatico e Oceania, sono stati annunciati il 20 aprile attraverso i canali online della fondazione.
La foto dell’anno è andata al fotografo ucraino Evgeniy Maloletka per la sua immagine straziante scattata il 9 marzo 2022 durante l’assedio di Mariupol in Ucraina. Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato Mads Nissen, fotografo danese, con la sua storia The Price of Peace in Afghanistan, realizzata per Politiken/Panos Pictures. A conquistare il premio per il World Press Photo Long-Term Project Award, è stato Battered Waters della fotografa armena Anush Babajanyan, per VII Photo/National Geographic Society. Il vincitore della categoria World Press Photo Open Format Award, dedicata a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate), è il fotografo egiziano Mohamed Madhy.
Infine, tra i vincitori regionali, si menzionano due fotografi italiani: il primo, Simone Tramonte che ha vinto nella categoria Long-Term Projects per l’Europa con il suo lavoro Net- Zero Transition e vuole mostrare le proposte più innovative che potranno permettere all’Europa di diventare il primo continente a impatto zero; il secondo italiano, Alessandro Cinque, è stato invece premiato tra i vincitori regionali per il suo progetto Alpaqueros, frutto di diversi anni di lavoro sul territorio, dedicato alle evoluzioni delle famiglie in bilico tra sopravvivenza, tradizioni e sostenibilità.
La World Press Photo Exhibition 2023 è stata presentata in anteprima al De Nieuwe Kerk di Amsterdam, nei Paesi Bassi, il 22 aprile, per poi iniziare un tour mondiale, confermandosi come l’appuntamento che restituisce al mondo intero l’enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, e il fondamentale ruolo di testimonianza storica.
La mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dall’Azienda Speciale Palaexpo, ideata dalla Fondazione World Press Photo di Amsterdam ed è organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.
Il programma potrebbe subire variazioni