L’esposizione è concepita come un progetto esclusivo per mezzo del quale s’intende riportare l’attenzione sul multilinguismo artistico e l’interdisciplinarietà di Enrico Prampolini, nell’arco di tempo che va dagli anni Trenta ai Cinquanta del Novecento, all’apice quindi della carriera e dell’esuberanza progettuale dell’artista.
In mostra opere, disegni, materiali grafici e documentali poco conosciute e/o totalmente inediti provenienti dalle diverse donazioni degli Eredi Prampolini alla Sovrintendenza Capitolina. Donazioni iniziate nel 1992 e protrattesi fino al 2020 e di cui, il nucleo iniziale, è già stato in parte presentato al pubblico nella mostra dal titolo Laboratorio Prampolini (a cura di F. Pirani, G. Riccio, Roma – MACRO, 2016).
Dopo un periodo di studio e approfondimento dei nuovi materiali acquisiti e con aggancio alla prima esposizione di parte della donazione, si è voluto tornare a rafforzare il senso del carattere laboratoriale e interdisciplinare dell’arte di Prampolini. Fra pittura, scenografia, architettura, arti applicate e grafica, senza dimenticare gli allestimenti delle grandi mostre di Regime, l’editoria, fino alla riflessione teorica, alla promozione e all’organizzazione culturale, fra cui l’attività critica e l’insegnamento.
In primo piano la presenza e il confronto di numerosi suoi preparatori con dipinti, progetti artistici e/o architettonici e teatrali, in un percorso totalmente inedito nel suo genere e di particolare importanza scientifica dato anche dal valore unico della collezione artistica e documentale acquisita da Roma Capitale, fra cui inediti disegni, progetti architettonici e sketchbooks (anni Trenta-Cinquanta) contenenti elaborati grafici, schizzi e rapide composizioni che bene esemplificano il grande lavoro progettuale dell’artista oltre alla sua creativa estroversione artistica.
Un potente corpus grafico che in questi anni è stato revisionato e approfondito per essere al fine posto in mostra anche attraverso la creazione di percorsi grafici e parallelismi iconografici con le opere pittoriche dello stesso Prampolini, provenienti dal CRDAV Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive di Sovrintendenza, dalla Galleria d’Arte Moderna e da altre importanti collezioni d’arte pubbliche (GAM Torino, Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea, MART, Collezione Roberto Casamonti di Firenze, Museo del Novecento di Firenze, Pinacoteca Palazzo Ricci di Macerata, ecc.) e private, in una percorrenza stilistica e iconografica che prima di tutto tiene conto della rilevanza della progettualità prampoliniana a seguito dell’esperienza futurista degli anni Dieci e del passaggio al cubismo e poi all’astrattismo dagli anni Venti in poi. All’interno della mostra cura particolare è dedicata all’accessibilità.
Per le persone con disabilità visiva è, infatti, in corso di progettazione un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audiodescrizioni.
Sono inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati. In corso di organizzazione un catalogo/volume di studi con la pubblicazione di saggi approfonditi sui diversi materiali e temi trattati che contengono anche la documentazione fotografica di molto materiale di Sovrintendenza oltre a tutte le opere e i documenti grafici e archivistici in mostra.