Di Ridere Di Piangere Di Paura

Di Ridere Di Piangere Di Paura

Spettacolo di e con Gioia Salvatori

Nell'ambito di Teatri in Comune 2023-2024

14.04.2024 ORE 11:30 Teatro Villa Pamphilj
Villa Doria Pamphilj – Largo 3 Giugno 1849

Informazioni

Di e con Gioia Salvatori 

musiche di scena Simone Alessandrini
regia di Gabriele Paolocá e Gioia Salvatori
progetto grafico Livia Massaccesi
foto Giulia Natalia Comito
produzione Cranpi
con il sostegno di Carrozzerie| n.o.t, Fortezza est, Fivizzano 27, Teatro Argot

Di Ridere Di Piangere Di Paura è una serata di poesia in una forma tutta storta come la vita, il tentativo di percorrere attraverso i versi e la musica gli impacci che ci attraversano provando a saltarci in mezzo come si può. Lagnazioni, scrosci dei sentimenti e tutta la scalata dei nostri disagi primi e ultimi, sospiri e altri grossi inconvenienti dello stare al mondo. E ogni tanto poi, anche un po’ ridere. In scena attrice e musicista, perché anche in due si fa un po’ il mondo.

Il progetto
Lo spettacolo nasce con l’intento di essere anche una sfida, quella di sottoporre al pubblico un testo in versi che possa raccontare attraverso la frammentarietà poetica, a suo modo, una “storia”, di superare il classico “reading” di poesie e trasformarlo in un concerto per parole e azioni. La protagonista affida ai versi le domande fondamentali dello stare al mondo, oggi, in questo presente pieno di distrazioni, di egotismi, di vizi di forma. Si chiede: chi sono io? Che ci faccio qui? Che ci devo fare con me stessa? Ma sono domande che riguardano ognuno di noi e la risposta si trova e si perde, si compone si sfalda, proprio come le rime, come i giochi di parole e come la relazione che cerca di costruire con “l’altro” in scena, un musicista che mentre lei canta le parole, suona diversi strumenti: sassofono, flauto traverso, flauto dolce, guitalele e musica elettronica. È uno spettacolo per tutti, e nel frattempo, per due che cercano di parlarsi e ci riescono come possono, perché ognuno ha il suo linguaggio e perché capirsi è complicato. In questo tentativo di lei di spingersi fuori da sé, poi in fondo avviene un incontro, che è quello che
riusciamo a fare quando ci accorgiamo di non essere soli, quando ci accorgiamo che oltre il nostro di mondo c’è un mondo più ampio, popolato da altri e seppur pauroso, pieno di sorprese. Così lo spettacolo procede come già indicato dal titolo del testo: si ride nella prima parte, sotto una pioggia di input, di parole, di urgenze che il tempo ci impone, di opinioni che siamo continuamente chiamati a dare, di vanità alle quali ci prestiamo, si piange quando nell’ incontro con l’altro non ci si trova nonostante l’ amore, e si ha paura, quando usciti da noi stessi e dai nostri autoripiegamenti, siamo chiamati ad andare nel mondo e a incontrarci ancora, per fare qualcosa di diverso da noi, qualcosa che ci dimentichi e si apra al nuovo.

La musica
Il testo poetico richiedeva un supporto che però non fosse quello dell’accompagnamento, sia per andare oltre il formato del Reading poetico con musica, sia perché sin dall’ inizio ci si è interrogati su questa pioggia/temporale sotto la quale gli umani si muovono con fatica. Questa stessa pioggia è puntellata nel testo da due riscritture della famosa dannunziana pioggia nel pineto, come pioggerellina prima e temporale poi. Nell’ ultima parte, questa stessa acqua, si trasforma anche musicalmente in un mare, popolato di creature misteriose, animali, fiori e desideri sommersi che dopo tanto piovere, vengono a galla. Se all’ inizio quelle note ci hanno sommerso ora sono un tappeto buono anche per ballare.


Il programma potrebbe subire variazioni

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