UMLAUT

La performance Umlaut di Vincent Giampino, visionario artista romano riconosciuto nel panorama nazionale, sembra intercettare l’eco dello spettacolo Muftarak di Haddadi / Odin. Umlaut è un suono tra due, l’assimilazione di due suoni che ne creano un terzo dalla doppia identità vocalica e sonora. Una delle domande da cui l’autore parte a delineare un progetto coreografico è: dove sono i corpi? Quanto è possibile giocare con i confini e le politiche estetiche di rappresentazione dei corpi e dello sguardo che tende a classificare e disciplinare? Umlaut evoca l’ambiente del “set”: set televisivo / cinematografico / teatro di posa/ il dietro le quinte. Luoghi della costruzione dell’artificio, dell’affermazione di quei patchwork che chiamiamo identità. Uno spazio visionario che prende le distanze dall’abituale spazio teatrale, che
nella sua costituzione in quanto evento live, punta sempre l’ombra del dito al reale, al vero, mentre Umlaut vuole spostare ulteriormente il luogo della rappresentazione sottolineando la sua ambiguità e occupandosi delle possibilità coreografiche dell’ “osceno” nel senso di ob skené, il fuori-scena, applicando le conseguenze di un tempo di post-verità. All’ interno di questo ambiente coreografico, le spoglie allucinate di altri archivi della rappresentazione: uno appartenente al repertorio del balletto Giselle e l’altro Joanne d’Arc (con particolare riferimento al film muto di Dreyer “La passione di Giovanna D’Arco”). Giselle and Joanne viste come figure desideranti le cui specificità prendono forma attraverso corporeità d’azione differenti, ma entrambe rivolte ad un altrove di cui si fanno materia e memoria: la celebrazione di un femminile capace di reincantare, aggiornandone le forme, nuove rappresentazioni del maschile.

A cura di Vincent Giampino con Vincent Giampino e Greta Francolini

Vincent Giampino si forma tra Italia, Germania e Olanda dove consegue il B.A. presso l S.N.D.O. School for New Dance Development di Amsterdam.
Presenta i suoi lavori tra Germania, Belgio e Olanda e nel 2017 un suo lavoro co-creato con la collega Oneka Von Schrader è finalista al Prix Jardin d’Europe di Impusltanz.
Tornato in Italia presenta i suoi lavori in alcuni festival e teatri italiani tra cui Gender Bender, Fabbrica Europa, Teatri di Vetro, Teatro Florida, Short Theater.

Il programma potrebbe subire variazioni