LA MORTE OVVERO IL PRANZO DELLA DOMENICA
di Compagnia Diaghilev
Con La morte ovvero il pranzo della domenica Serena Balivo e Mariano Dammacco, binomio artistico noto per sapersi muovere con grande perizia e passo leggero tra poesia e narrazione, aprono uno squarcio di luce sulla morte.
Lo spettacolo ci conduce dentro un rito che appartiene a molti, quello del pranzo della domenica, nella sua forma ultima. Serena Balivo, già Premio Ubu come migliore attrice under35 e Premio Ivo Chiesa, dà corpo a una donna non più giovane che ogni domenica va a pranzo dai suoi genitori ultranovantenni, forse i veri protagonisti del delicato e umoristico testo di Mariano Dammacco, già Premio Ubu come migliore novità drammaturgica per Spezzato è il cuore della bellezza. Sebbene in buona salute fisica e mentale, i genitori sono consapevoli che presto dovranno affrontare la morte e così non parlano d’altro.
Replica dopo replica, lo spettacolo sta trovando con un il suo pubblico una sua intima apertura all’universale, evocando negli spettatori affetti cari che non ci sono più o che si teme di perdere presto. Un testo nato e provato nell’intimità casalinga per approdare al festival Primavera dei teatri, dove ha raccolto importanti consensi di critica per la rara sensibilità della scrittura e dell’interpretazione.
Italo Calvino scriveva che la “leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”, affrontando temi alti e struggenti persino con umorismo. Mariano Dammacco è fedele a questa definizione, inoltrando il pubblico in una vicenda che è affogata nella morte e in una potente riflessione sulla fine, attraverso un sapiente uso di quell’ironia che permea la vita quotidiana.
La morte ovvero il pranzo della domenica è un commovente invito a partecipare a un congedo appassionato e divertito che prova a restituirci la bellezza della vita stessa all’interno dell’esperienza dell’ultima separazione dalle persone amate, e all’interno della potenza nascosta e piena di pudori dell’amore in famiglia, l’amore tra vecchi sposi, l’amore tra genitori e figli. L’amore forse è il termine di arrivo di questo percorso, un’incondizionata forza che sembra intensificarsi al sopraggiungere di una terribile consapevolezza, quella di un’inevitabile separazione.
“Una cerimonia alla quale siamo invitati a partecipare con i nostri ricordi, la nostra anima scorticata, i nostri morti così vivi e i nostri corpi eccedenti, fuori luogo, sempre sul punto di rompersi e liberare ciò che va liberato, per raggiungere, finalmente non visti non detti e non giudicati, il fondo dell’oceano.” Katia Ippaso
Dammacco/Balivo, compagnia formata da Mariano Dammacco, autore, regista e pedagogo teatrale, e Serena Balivo, attrice, porta avanti il suo lavoro perseguendo un’idea di teatro d’arte e d’autore e, al tempo stesso popolare, accessibile a tutti per contenuti e linguaggi. La loro ricerca contenutistica e formale è incentrata sul lavoro dell’attore e sulla composizione di drammaturgie originali. I due hanno creato insieme sette spettacoli: L’ultima notte di Antonio (2012), L’inferno e la fanciulla (2014), Esilio (2016), La buona educazione (2018), Spezzato è il cuore della bellezza (2020), Danzando con il mostro (2022), La morte ovvero il pranzo della domenica (2024). Il loro lavoro artistico ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Serena Balivo è vincitrice del Premio internazionale Ivo Chiesa 2021, del Premio Ubu 2017 come miglior attrice under 35 e del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2011. Mariano Dammacco è vincitore del Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica per Spezzato è il cuore della bellezza, di Italian And American Playwrights Project 2020/22 per La buona educazione, del Premio nazionale di drammaturgia Il centro del discorso 2010 per L’ultima notte di Antonio e, precedentemente al percorso con Balivo, è vincitore del Premio ETI/Scenario 1993 per Sonia la Rossa e del Premio ETI/Vetrine 1996 per Amleto e la Statale 16. I testi degli spettacoli di Dammacco/Balivo sono stati pubblicati in “Danzando con l’umano. Cinque drammaturgie di Mariano Dammacco”, un libro a cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono, edito nella collana Linea di Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale diretto da Valter Malosti, per i caratteri di Luca Sossella Editore.
Crediti
uno spettacolo con Serena Balivo
ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco
musiche originali Marcello Gori
consulenza spazio e luci Vincent Longuemare
oggetti di scena Andrea Bulgarelli / Falegnameria Scheggia
foto di scena Angelo Maggio
ufficio stampa Maddalena Peluso
produzione Compagnia Diaghilev
con il sostegno di Spazio Franco (Palermo), Casa della Cultura Italo Calvino (Calderara di Reno)
Il programma potrebbe subire variazioni