I 4 desideri di Santu Martinu

I 4 desideri di Santu Martinu

Spettacolo di e con Dario De Luca e con Gianfranco De Franco

Nell'ambito di Teatri in Comune 2024-2025


Informazioni

I 4 DESIDERI DI SANTU MARTINU
Favolazzo Osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti
di Dario De Luca

“Santu Martinu mio, santu Martinu
tu ca fa scinna u vinu fino a pinninu,
tenami cum’ a nu frusculu dintra li mani,
tenami e ‘un me lassari fino a dimani”.

 Li 4 desideri di Santu Martinu è una riscrittura, in dialetto calabrese, liberamente tratta da alcuni fabliaux anonimi medievali, che parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria – presente in tutte le letterature.  Una favola boccaccesca per celebrare l’amore e le sue vere gioie durature: il desiderio di una donna e di un uomo portato a vette parossistiche, che utilizza il gioco dell’abnorme e dell’assurdo come deformazione fantastica della realtà.

Dal sogno del venditore ambulante di falli che ne ha di ogni tipo e misura, con il sacco sodo e il “manico” lungo fino ai desideri di San Martino che si realizzano come una maledizione nelle metamorfosi dei personaggi in creature di falli e vagine, che diventano sempre più umani e grotteschi, quindi sempre più reali e più veri, capiamo la differenza tra il peccato e l’innocenza. Una pluralità di storie che hanno un solo come denominatore, il piacere, nella narrazione di Dario De Luca e nella ricerca portata avanti dai personaggi.

Le parole sembrano sgorgare come canti goliardici dei Carmina Burana, in un trionfo di suoni, sensi e doppi sensi piccanti, senza mai scadere nella volgarità. La lingua utilizzata è una lingua calabrese inventata per la scena: un pastiche suggestivo che risente delle decine di influenze dialettali ricevute dall’autore nel suo percorso artistico da poeti e autori calabresi del passato e coevi. Le musiche, ci immergono in timbriche instabili e sfuggenti che odorano di caminetto e di vino; che evocano tarante e valzerini sghembi che furono e che saranno.

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DARIO DE LUCA. Regista teatrale, autore e attore nel 1992 fonda con Saverio La Ruina la compagnia Scena Verticale e dirige dal 1999 il festival Primavera dei Teatri, kermesse che ha ricevuto negli anni un Premio Ubu e il Premio Kilowatt Titivillus per la direzione artistica. Tra gli spettacoli: La Stanza della memoria (1996), de-viados (1998), Hardore di Otello (2000), Kitsch Hamlet (2006), U Tingiutu (2009), Morir sì giovane e in andropausa (2012), Il Vangelo secondo Antonio (2016), Lo Psicopompo (2019), Re Pipuzzu fattu a manu (2022), I 4 desideri di Santu Martinu (2023). Nel 2012 intraprende, insieme a Giuseppe Vincenzi, un percorso di teatro-canzone che lo vede impegnato come autore e interprete. Tanti i premi e i riconoscimenti assegnati negli anni a lui e alla sua compagnia. Ha pubblicato i testi La Stanza della memoria (La Mongolfiera, 1998), U Tingiutu. un Aiace di Calabria (Abramo Editore, 2010), Il Vangelo secondo Antonio (La Mongolfiera, 2018), Lo psicopompo (Edizioni Erranti, 2020), El psicopompo y El evangelio segùn Antonio (Asociaciòn Cultural Zibaldone, Valencia 2021). Per il cinema recita nei film di Giuseppe Gagliardi, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Ventruscolo, Claudio Giovannesi, Enrico Rosati, Andrea Belcastro.

Crediti
con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
musiche originali e disegno sonoro Gianfranco De Franco
costumi e oggetti di scena Mariella Carbone
allestimento e assistenza alla messinscena Giovanni Spina
organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
distribuzione Egilda Orrico
produzione Scena Verticale
con il supporto di MatrioskaOFF, Spazio MAI – Movement Art Is (residenza   artistica cura_umbria)

Il programma potrebbe subire variazioni

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