Accelerazione
Mostra sull’articolata produzione grafica di Stefano Tamburini
Nell'ambito di MUSEO PER L'IMMAGINAZIONE PREVENTIVA - MACRO
La mostra è temporaneamente chiusa al pubblico
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Mostra sull’articolata produzione grafica di Stefano Tamburini
Nell'ambito di MUSEO PER L'IMMAGINAZIONE PREVENTIVA - MACRO
La mostra è temporaneamente chiusa al pubblico
Accelerazione è una mostra sull’articolata produzione grafica di Stefano Tamburini, profetico “ingegnere dei media” il cui lavoro – capace di spaziare dal design alla musica passando per moda, editoria e pubblicità – viene riletto alla luce del tema dell’accelerazione, già centrale della sua opera e qui espanso dai contributi testuali del filosofo Franco “Bifo” Berardi, della teorica Amy Ireland, del dj e musicista Steve Goodman e del designer Silvio Lorusso.
Morto ad appena trent’anni a causa di un’overdose e celebre in ambito fumettistico come inventore del personaggio Ranxerox – il cyborg ultraviolento ispirato alle rivolte del ‘77 romano e anticipatore di figure come Terminator –Stefano Tamburini è stato in realtà un interprete a 360 gradi del passaggio che dal clima infuocato del Sessantotto italiano ha portato alla realtà iper-mediatizzata degli anni Ottanta.
Dopo aver esordito giovanissimo in ambito underground, nel 1977 Tamburini fonda la rivista di movimento Cannibale da cui nel 1980 nasce il mensile Frigidaire, sua principale creazione e terreno privilegiato per tutte le sue future sperimentazioni in ambito visivo. Per Frigidaire Tamburini si ritaglia il ruolo di progettista grafico, definendone così la caratteristica estetica fredda e massimalista: delineando l’iconica linea a zig zag realizzata con forbici da sartoria per donare movimento e irrequietezza all’impaginazione, incidendo in obliquo le zone di colore, ricorrendo a una tipografia di impatto, ideando concettuali esperimenti di meta fashion e xerox art, Tamburini conia una personalissima risposta di borgata – gelida, scontrosa e coatta – al nascente immaginario postmodern. Predilige il furto alla citazione, la decostruzione del moderno al suo recupero distaccato, lo humor della periferia romana in cui era cresciuto all’ironia borghese della Milano di Mendini e Sottsass.
Il progetto espositivo segue l’attitudine al plagio e al mescolamento di immagini tipica dell’artista, presentando un apparato visivo che abbandona il concetto di originalità per smantellare l’esposizione del feticcio.
Curatori: Matteo Binci, Valerio Mattioli
Coordinamento curatoriale: Matteo Binci
Coordinamento produzione: Maria Elena Ciullo
Assistente di produzione: Giulia Corti
Allestitori: Fabio Pennacchia, Matteo Pompili
Un sentito ringraziamento ad Alessandra Tamburini e Michele Mordente.
La mostra è promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo.
In copertina: Stefano Tamburini, Donna in pelliccia, 1982, pubblicato nel 1983. Collage di cartoncini. Courtesy Alessandra Tamburini
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