AGAMENNONE

AGAMENNONE

Spettacolo di Ghiannis Ritsos che ha per protagonista il mitologico re miceneo. Prodotto e diretto da Alessandro Machìa, con Andrea Tidona e Carolina Vecchia

Nell'ambito di Teatri in Comune 2022-2023

01.11.2022 ─
03.11.2022
Teatro Tor Bella Monaca
Via Bruno Cirino

Informazioni

di Ghiannis Ritsos
traduzione Nicola Crocetti
con ANDREA TIDONA
e con Carolina Vecchia
progetto e regia di ALESSANDRO MACHÌA
scene Katia Titolo
costumi Sara Bianchi
luci Giuseppe Filipponio
habitat sonoro Giorgio Bertinelli
assistente alla regia Nicole Mastroianni
ufficio stampa Maresa Palmacci
social media Sofia Chiappini
organizzazione Rossella Compatangelo

Zerkalo in collaborazione con il Festival APPIA NEL MITO e in accordo con Arcadia & Ricono srl per gentile concessione di Ery Ritsou

Nella versione di Ritsos, il re di Micene, potente despota omerico a capo della spedizione contro Troia, è un uomo vecchio, giunto finalmente a casa dopo una lunga estenuante guerra e capace di un solo ultimo atto di valore: una confessione della propria versione della storia alla moglie Clitemnestra. Come se Cassandra lo avesse già informato della sua morte imminente, Agamennone ricompone i passi di un cammino durato dieci anni, non per evitare il proprio destino ma per testimoniare le poche reali vittorie che è riuscito a compiere su sé stesso, prima fra tutte la lucida visione della propria vanità. Se in Eschilo non si vede mai cosa accade all’interno del palazzo, Ritsos invece ci porta all’interno del palazzo dove Agamennone racconterà la sua storia, quella di un uomo sensibile, fragilissimo, trasformato dalla guerra in cui ha visto e ha fatto tutto, una figura quasi sacralizzata dalla consapevolezza degli errori e dell’insensatezza umana, in grado di accorgersi addirittura delle piccole fatiche di una formica e di rivedervi tragicamente, le proprie. La regia sceglie una Clitemnestra giovane, la donna della memoria di Agamennone, che lo guarda muta e che per tutto il tempo riempie d’acqua recipienti, bicchieri, “suonando l’acqua” favorendo l’emersione dei ricordi del re, come una Mnemosyne. Allo stesso tempo questa Clitemnestra è anche un’immagine erotica fuori dal tempo che, come fa dire Ritsos al vecchio re, “conserva lo splendore e la gloria della mia giovinezza”. Ma – come in una linea che taglia trasversalmente il tempo – la giovane moglie si sovrappone alla figlia Ifigenia, sacrificata per ottenere il favore dei venti, così come alla sacerdotessa Cassandra, sua giovane amante e bottino di guerra. La scena – sonorizzata – è la scena della memoria, un interno in un esterno: una tavola di ferro, nuda, cosparsa di bicchieri e brocche, una chaise longue e a terra, tutto intorno, dei recipienti anch’essi pieni d’acqua. Sul fondo, uno specchio/porta dal quale gronda acqua.

Il programma potrebbe subire variazioni

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