Facile identificarsi con Lorenzo, con la sua delicata situazione familiare, con le difficoltà nel mondo del lavoro, con le aspettative mancate e le precoci delusioni. Quella di Lorenzo è una storia segnata dallo scontro reale con la società e con i suoi esasperanti meccanismi, che lo conduce in una spirale di emozioni negative, che sfoceranno poi in reazioni incontrollate fino ad allora solo immaginate. Ed è lo stesso Lorenzo a raccontarci la sua storia, tanto assurda quanto comune, rinchiuso in un istituto di detenzione, quando ormai sarà troppo tardi. Una storia “orribile o piacevole, a seconda dei punti di vista” , che ha trascinato un normale ragazzo di 30 anni dei nostri giorni, in un vortice di violenza e di lucida follia, da cui ancora non ha capito se ne è uscito sconfitto o vincitore. Ed è per questo che la racconta con amara ironia, e lo fa sfruttando come colonna sonora i brani dei Pink Floyd, che si sposano perfettamente con le atmosfere che rivive e con i temi che lui tocca. “Anche i Pink Floyd possono sbagliare” è uno spettacolo crudo e ironico , con il sottofondo di una colonna sonora senza tempo che coinvolge lo spettatore e lo trascina in un vortice di emozioni sin dalle prime battute.
Per dare supporto e forza evocativa al racconto, la struttura narrativa viene suddivisa in capitoli, seguendo la scaletta delle canzoni che compongono l’album “Dark side of the moon”, e che costituiscono il fil rouge di tutta la storia. Anche i Pink Floyd possono sbagliare è uno spettacolo contemporaneo, con una forte caratterizzazione sociale, che si avvale del principio della «multidisciplinarietà». Viene infatti realizzato fondendo la recitazione con la musica dal vivo, la danza e le arti informatiche visive, che interagiscono con attori, ballerini e con la musica dal vivo.