Il ritorno di Jan Martens al Romaeuropa Festival è un inno alla ribellione, alla disobbedienza civile, alla resistenza, alla marcia verso il progresso.
Il coreografo fiammingo, riconosciuto internazionalmente come uno dei protagonisti della danza contemporanea, porta in scena una società in miniatura, un gruppo eterogeneo di performer, professionisti e non professionisti tra i 16 e i 69 anni di età. Ognuno di loro cerca la propria voce all’interno della danza, un linguaggio adeguato per rivendicare il proprio posto sul palco ma senza sottrarlo agli altri.
Riferendosi ad una brutale dichiarazione del presidente cinese Xi Jinping («Ogni tentativo finirà con corpi schiacciati e ossa frantumate»), facendo proprie musiche di protesta composte in epoche diverse (da Henryk Górecki a Max Roach, da Abbey Lincoln a Kae Tempest), Martens assorbe nella danza i linguaggi violenti che caratterizzano le comunicazioni e le estreme polarizzazioni dei nostri giorni invitando i suoi performer a liberarsi da ogni dogma, ad intessere relazioni orizzontali, ad essere se stessi, nell’arte come nella vita. Esteticamente rigoroso, minimale, geometrico e nonostante questo inguaribilmente romantico, il coreografo continua la sua esplorazione dell’animo umano orientando il suo sguardo alla dimensione della folla.
Coreografia: Jan Martens
Danzatori: Ty Boomershine, Truus Bronkhorst, Jim Buskens, Zoë Chungong, Piet Defrancq, Naomi Gibson, Kimmy Ligtvoet, Cherish Menzo, Steven Michel, Gesine Moog, Dan Mussett, Wolf Overmeire, Tim Persent, Courtney May Robertson, Laura Vanborm, Loeka Willems and – alternating – Pierre Bastin, Georgia Boddez, Zora Westbroek, Lia Witjes-Poole [on tour], Abigail Aleksander, Maisie Woodford, Simon Lelievre, Solal Mariotte [understudies] e Baptiste Cazaux [original cast member]
Il programma potrebbe subire variazioni