Ma se guardassimo queste caratteristiche attraverso un cambio di prospettiva? È ciò che si chiede Arno Schuitemaker, di ritorno al Romaeuropa Festival con 30 apparences out of darkness.
Da sempre interessato alla reiterazione del movimento e all’attività percettiva del pubblico, il coreografo trasforma il buio in un’esperienza visionaria lasciando emergere nel vuoto dello spazio scenico, nero come la pece, immagini ipnotiche ed effimere come fugaci baluginii. Cosa differenzia ciò che vediamo da ciò che riusciamo solo a percepire? E cosa, oltre lo sguardo, ci avvicina al gruppo di danzatori che si muove sulla scena? Corpi emergono dal buio e con la luce trasformano l’oscurità in un nuovo spazio capace di accoglierci: un luogo di protezione, speranza e conquista.
Il programma potrebbe subire variazioni