Gaio e Lucio Cesari: figli, eredi, successori di Augusto, principes iuventitutis, consoli designati a 15 anni, pontefici, auguri, speranza del principe e dell’impero. La notizia della loro morte prematura si diffonde rapidamente a Roma e in tutte le province insieme all’eco del dolore del principe che perde per sempre la possibilità di trasferire i suoi poteri a eredi di sangue, secondo la tradizione delle più illustri famiglie aristocratiche.
Ai due giovani si erigono monumenti e statue, si dedicano iscrizioni. A loro si tributano onori in tutto l’impero. Nelle Res Gestae, il testamento destinato ad essere esposto davanti al Mausoleo su tavole bronzee, Augusto ricorderà ancora la sorte crudele che ha strappato al suo affetto i figli in giovane età. Rimarrà l’unico riferimento alla sfera privata presente nelle comunicazioni ufficiali e sempre distaccate del principe. Il dolore e le speranze perdute alimentano una celebrazione universale e quasi parossistica di Gaio e Lucio, anche dopo la morte e la deposizione delle ceneri all’interno del Mausoleo. L’ossessione della propaganda augustea per i due giovani prende forma nel monumento funebre dinastico fatto erigere nel Campo Marzio e si esprime attraverso un numero di iscrizioni maggiore rispetto a quelle dedicate a qualsiasi altro defunto della famiglia imperiale, come testimoniano i testi editi e quelli inediti provenienti dagli scavi più recenti condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Ersilia D’Ambrosio è un Curatore Archeologo della Direzione Musei Archeologici e Storico Artistici e lavora presso i Musei Capitolini.
È un’epigrafista latina ed è incaricata dello studio e della ricomposizione delle iscrizioni provenienti dal Mausoleo di Augusto e dagli scavi in corso in piazza Augusto Imperatore sotto la Direzione Scientifica del dott. Claudio Parisi Presicce.
Il programma potrebbe subire variazioni