liberamente tratto dalla traduzione delle Fiabe dei Fratelli Grimm di Antonio Gramsci
regia Fabrizio Pallara
drammaturgia Valerio Malorni e Fabrizio Pallara
con Valerio Malorni
e con (animazione ombre) Camila Chiozza e Marco Guarrera
scene e luci Marco Guarrera
musiche Federico Ferrandina
assistente alla regia e drammaturgia Roberta Ferrari
Partendo dalla prima versione dei fratelli Grimm e dalla traduzione non edulcorata di Antonio Gramsci, Fabrizio Pallara vivifica la forza antica della fiaba mostrandone ed esaltandone il senso profondo del conflitto tra generazioni, nel passaggio di testimone di madre in figlia, attraverso l’artigianalità di uno spettacolo in cui le parole raccontano il bianco stupore dell’infanzia, lo slancio rosso della giovinezza e il nero che bisogna attraversare per segnare il proprio sentiero.
Un narratore e il rito di un racconto intorno al fuoco, le ombre che vengono animate e la forza antica di una fiaba: prende vita così la storia di Biancaneve in cui è la madre a essere invidiosa della figlia, non la matrigna. La regina madre, ossessionata dal suo specchio e dalla sua bellezza, è disposta a tutto pur di non vedersi sostituita, mentre la giovane Biancaneve è costretta a fuggire, attraversando la foresta per salvarsi e trovare un rifugio, crescere e conquistare la sua identità.
Lo spettacolo si compone attraverso sette grandi schermi neri da cui nascono ombre che si fanno personaggi, paesaggi, condizioni emotive. Sulla scena la pluralità dei livelli di lettura si articola nell’uso di diversi linguaggi, intessuti insieme con musicalità: dalla potenza dei suoni alla delicatezza delle ombre, dalla materialità del corpo del performer alla forza della scenografia. La scrittura si fa immagine, tra le ombre che si fanno sogno e la voce che si fa musica. Lo spazio scenico, nella sua cadenza ritmica, colora il palco con un tocco pittorico, musicale, quasi cinematografico, per una poetica essenziale che è sintesi tra tradizione e contemporaneità. Lo stesso specchio della regina è uno schermo nero: il suo non è un riflesso cieco, ma una finestra che rivela ciò che si agita in un cuore invidioso. Biancaneve troverà la sua strada, ma non succederà come d’incanto; dovrà avventurarsi nell’oscurità del bosco per scoprire la sua natura più profonda e imparare ad abbracciarla.
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con teatrodelleapparizioni e Malombra
Il programma potrebbe subire variazioni