Tre storie, tre epoche, tre ambientazioni distanti ma unite da due coordinate fondamentali: l’Attesa e la Chiamata. Tutto inizia nell’’800 con Antonio Meucci, l’uomo che ha realizzato la prima telefonata della storia. Un susseguirsi di rovesci di fortuna che prendono corpo nel confronto tra Meucci e sua moglie, fino al paradossale epilogo della vita dell’inventore toscano.
Il secondo quadro porta a un contesto contemporaneo, un call center fatto di automatismi e alienazione, in cui irrompe una verità insopprimibile, spezzando il ritmo incessante di parole e formule vuote.
L’ultimo quadro è quello di Francesco, che ha davanti a sé un telefono e aspetta, un’attesa infinita in cui incontra una vecchia coppia di amici che si erano dimenticati di lui e che ora provano, con conseguenze estreme, a comprendere le sue ragioni. Così si manifesta l’attesa, come tempo e spazio del pensiero, dell’agire e del non agire, come luogo del possibile ma soprattutto come Attesa in relazione a una Chiamata.
Il programma potrebbe subire variazioni