Home INTERAZIONI~FESTIVAL Cancan – secondo studio
Il Can Can appare a Parigi nel’800 come sviluppo della quadriglia, una danza codificata di coppia alla quale le donne potevano partecipare solo accompagnate e dove solo l’uomo poteva concedersi momenti di improvvisazione, virtuosismo ed espressione personale durante il cosiddetto “solo del Cavaliere”. Progressivamente le donne si appropriano di questa pratica, riunendosi tra loro in contesti non formali. In questo moto di emancipazione ha un ruolo fondamentale l’uso delle gambe le quali, normalmente nascoste dalle gonne, acquistano sempre più mobilità ed articolazione. Il Can Can nel tempo diventa un ballo rivoluzionario ed erotico, e dunque bandito. Successivamente, grazie anche all’apporto di figure iconiche come La Goulue, il Can Can viene non solo tollerato ma anche richiesto sui grandi palchi, primo fra tutti il Moulin Rouge. In questo modo da rituale di rottura diventa oggetto di consumo di massa, rientrando forse in quei canoni dai quali inizialmente era stato veicolo di evasione. Il primo spunto di ricerca viene appunto dai diversi aspetti storici del Can Can che in questo caso vengono inclusi e declinati in una possibile lettura del presente. In particolare, la danza ed i suoi codici accademici vengono qui offuscati, spostando lo sguardo verso un più ampio spettro di significati. A partire dall’immaginario rivoluzionario e festante del Can Can questo lavoro tenta infatti di alterarne il paesaggio proponendo variazioni energetiche e figurative. Depotenziando il valore ludico e gioioso, l’intento è quello di offrire uno scorcio laterale sulla relazione fra intrattenimento, erotismo e virtuosismo. Affermando una danza ipo-performativa i corpi attraversano e sfidano le contraddizioni e lo spaesamento dell’essere iper-esposti ad un consumo voyeuristico. CANCAN cerca di ricostruire il tragitto di un moto di emancipazione scuro, scarico e forse fallito.
Ideazione e coreografia: Fabritia D’Intino
Performance: Cesare Benedetti, Fabritia D’Intino, Riccardo Guratti
Musica originale: Federico Scettri
Consulenza drammaturgica: Roberta Nicolai, Piersandra Di Matteo
Produzione: Chiasma
Co-produzione: Teatri di Vetro e Officine TSU – Teatro Stabile dell’UmbriaSostegno: Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare Regione Lazio/Vera Stasi, CURA – Centro Umbro Residenze Artistiche/Indisciplinarte/La Mama Umbria International, Ostudio – Roma, Nao Crea/Ariella Vidach Aiep, C.L.A.P.S.
a pagamento
biglietti qui o in loco presso il teatro Palladium
Associazione Culturale CHIASMA
Festival multidisciplinare di arti e culture contemporanee