CASO REGENI E CASO KURNAZ: DUE STORIE SIMILI?

CASO REGENI E CASO KURNAZ: DUE STORIE SIMILI?

Incontro con all'avvocato della famiglia Regeni Alessandra Ballerini

Nell'ambito di Nuovo cinema Aquila

01.12.2022 ORE 18:45 Nuovo Cinema Aquila
Via L’Aquila 66/74

Informazioni

Arriva nelle sale italiane “UNA MAMMA CONTRO G.W. BUSH” che, a dispetto del tono agrodolce con spunti di commedia, rievoca una storia vera di ingiusta detenzione, tortura e negazione dei diritti umani fondamentali che a noi italiani ricorda molto la tragica vicenda del giovane ricercatore triestino ucciso nelle carceri egiziane. Diretto dal regista tedesco Andreas Dresen, il film esce il 1° dicembre in tutti i cinema con il patrocinio di AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, dopo aver vinto due Orsi d’argento al Festival del cinema di Berlino 2022, presentato localmente da incontri e interventi di esponenti della cultura e della difesa dei diritti civili. Nella nostra sala interverrà il 1° Dicembre, al termine della proiezione delle 18.45, Alessandra Ballerini, specializzata in diritti umani e immigrazione e avvocato delle famiglie Regeni, Paciolla e Rocchelli, accompagnata da altri interlocutori.

“UNA MAMMA CONTRO G.W. BUSH” è una commedia basata su un drammatico e controverso caso legale, diretta dal tedesco Andreas Dresen, dal 1° dicembre in tutti i cinema italiani. Oltre a due Orsi d’argento vinti alla Berlinale 2022, il film ha ricevuto una candidatura agli EFA come Migliore Attrice per Meltem Kaptan, due German Films Awards 2022 per i due protagonisti ed è stato presentato in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione “Best of”. Il film che ha conquistato l’ultima edizione del Festival di Berlino, dove è stato l’unico quest’anno a vincere due premi importanti, “Rabiye Kurnaz vs George W. Bush” (questo il titolo originale) arriva nelle sale italiane con il titolo “Una mamma contro G.W. Bush”, che tiene insieme il carattere storico e allo stesso tempo brillante della trama che ha per protagonista una mamma risoluta e indomita. Considerato uno dei film-rivelazione di questa stagione, “Una mamma contro G.W. Bush” è un dramedy basato su una storia vera, che ha la capacità di far sorridere anche scavando in una realtà dai contorni molto drammatici di risonanza mondiale: un grande lavoro di sceneggiatura, (di Laila Stieler) che infatti ha ottenuto uno dei due Orsi berlinesi. L’altro premio è andato ad una straordinaria protagonista femminile, qui al suo felice debutto sul grande schermo: Meltem Kaptan, in un ruolo di donna forte alla “Erin Brockovich”. È lei il perno di questa avvincente e toccante storia nei panni di Rabiye, una vitale casalinga tedesca che vive con la famiglia in una casetta a schiera di Brema. Quando, dopo gli attentati dell’11 settembre, suo figlio Murat di 19 anni viene accusato – senza alcuna prova – di terrorismo e internato nella famigerata prigione di Guantanamo Bay a Cuba, Rabiye si trasforma in una madre-coraggio, sempre più coinvolta in una strenua battaglia legale internazionale per difendere i diritti umani del suo ragazzo innocente. Con l’aiuto di un avvocato idealista – interpretato dal celebre attore tedesco Alexander Scheer – e grazie alla sua arguta semplicità di madre proletaria, la donna arriva fino a fronteggiare il presidente americano Bush presso la Corte Suprema a Washington. Determinata ad andare fino in fondo per difendere i diritti umani di suo figlio, raccoglie attorno a sé, con la sua carica umana, anche un vasto movimento di opinione.Una storia vissuta, che ha indignato il mondo (nel ventennale dell’apertura di Guantanamo, nel 2002), diviene materia per una coinvolgente commedia d’azione, grazie alla verve esplosiva della Kaptan, per un legal-thriller avvincente e una parabola umana capace di suscitare riso e pianto, sdegno ed empatia. Anche la rockstar Patti Smith ha raccontato la storia emblematica di Murat Kurnaz nella intensa canzone “Without Chains” del 2006, un brano che resta tra le più forti ballate folk sull’ingiustizia e l’abuso di potere. Secondo Amnesty International questo film ricorda “lo scempio dei diritti umani compiuto negli ultimi venti anni a Guantanamo, di cui bisogna continuare a parlare fino a che il famigerato centro di detenzione non verrà chiuso”.

Il programma potrebbe subire variazioni

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