La mostra Cosmogonie si muove attorno al lavoro di Laura Grisi, osservandolo da una prospettiva contemporanea, anche grazie all’accostamento con opere di artiste, quali Leonor Antunes, Nancy Holt e Liliane Lijn..
La ricerca di Laura Grisi è sfuggita alle categorie e definizioni del suo tempo. Sebbene il lavoro mostri una prossimità con le ricerche ottiche dell’arte cinetica, con la conformità alla società dei consumi tipica della Pop Art, con i materiali industriali e la geometria del minimalismo americano e con l’attitudine alla dematerializzazione dell’Arte Povera, si è tuttavia ricavato una posizione autonoma, il cui nomadismo è oggi al centro di una riscoperta, anche grazie a una serie di recenti mostre internazionali.
Sette grandi opere dell’artista realizzate con diversi media – suono, pittura, video e installazioni luminose – offrono una nuova occasione per entrare nelle sue riflessioni sulla percezione delle immagini e nelle sue esplorazioni delle tensioni tra natura e artificio che pongono l’attenzione su elementi marginali. La sua ricerca spesso si materializza nella creazione di installazioni e ambienti immersivi tecnologici che riproducono fenomeni atmosferici che permettono all’artista di cogliere lanatura come un «fatto mentale e tecnologizzato», conservando tuttavia un’energia intima e spirituale.
Nel tentativo di ridefinire lo spazio e la sua immagine, l’artista utilizza materiali quali l’acciaio, il vetro e soprattutto il neon che le permette una malleabilità in termini di forme e colori prossima alla pittura, creando profondità illusorie e stratificazioni percettive. Le installazioni e ambienti immersivi tecnologici con cui riproduce fenomeni atmosferici le permettono di cogliere la natura come un “fatto mentale e tecnologizzato”, conservando tuttavia un’energia intima e spirituale.
Il progetto espositivo accoglie una installazione di Leonor Antunes (1972) che assembla delle briglie per cavalli creando una presenza fluida e sospesa nello spazio, attenta ai materiali e alle tecniche artigiane di produzione e in contrasto con la solidità dell’architettura circostante; una fotografia di Nancy Holt (1938-2014) che ritrae le mutevoli condizioni di luce e ombra dell’installazione Sun Tunnels situata nel deserto dello Utah nel corso di una lunga giornata estiva, e una scultura di Liliane Lijn (1939) che nasce dalla sua ricerca negli anni Ottanta attorno alle forme organiche e alle sensazioni percepite tenendo in mano materiali naturali come una pietra bagnata appena sollevata dal letto di un fiume.
Curatore: Luca Lo Pinto
Coordinamento curatoriale: Matteo Binci
Coordinamento produzione: Lorena Stamo
Assistente di produzione: Livia Danese
Allestitori: Fabio Pennacchia, Matteo Pompili
Un sentito ringraziamento a P420.
La mostra è promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo.
In copertina: Laura Grisi, Sounds, 1971. Courtesy Laura Grisi Estate, Roma e P420, Bologna
Il programma potrebbe subire variazioni