Diva una sinfonia per Weimar

Diva una sinfonia per Weimar

Spettacolo musicaledi Antonella Ottai per la regia di Bruno Maccallini. Con Chiara Bonome, Bruno Maccallini e Pino Cangialosi

Nell'ambito di Teatro di Roma | Stagione 2023-2024

28.01.2025 ORE 20:00 Teatro Torlonia
Via Lazzaro Spallanzani, 1a
Municipio II

Informazioni

Una sinfonia per Weimar
spettacolo musicale in due tempi di Antonella Ottai
regia Bruno Maccallini
con Chiara Bonome, Bruno Maccallini, Pino Cangialosi
ideazione visiva Salvatore Maira
costumi Alessia Sambrini

Diva Una sinfonia per Weimar inizia con una sinfonia, che rende omaggio alla complessità della Repubblica di Weimar ricordandone alcuni dei punti salienti e dei personaggi più significativi. Si affida a un personaggio immaginario, nel quale prende consistenza una figura determinante, DIVA, la Nuova Donna. In lei confluiscono le diverse performance di cantanti, attrici, poete e personalità varie che in tutti i campi stavano rivoluzionando l’immagine del femminile; si tratti di liriche come la Else Laske-Schüler, di interpreti come la Waldoff, di attrici come la Dietrich, di danzatrici come la Anita Berber e la Valeska Gert, Diva le riassume tutte, esplorando la rivoluzione del femminile e l’irriverenza artistica che caratterizzava l’epoca, il tutto accompagnato dalle musiche originali di Pino Cangialosi.
Nello spettacolo, come scena elettiva è stato scelto uno dei caffè più celebri e celebrati della Berlino degli anni venti, il Romanisches Café, che storicamente rappresentò un luogo di ritrovo intellettuale di carattere internazionale. Il suo capocameriere, Karl – confidente e amico personale di molti dei protagonisti del nostro racconto – accompagna e sostiene con le sue battute Diva e, allo stesso tempo, ci offe un “dietro le quinte” di quanto ogni giorno animava il palcoscenico della capitale.
Se Diva interpretata da Chiara Bonome è il corpo performativo dello spettacolo, il personaggio Karl di Bruno Maccallini ne è il narratore. E il maestro di cerimonie. Mutatis mutandis, una sorta di Ridolfo della
goldoniana Bottega del caffè.
Attraverso una selezione di autori – da Brecht a Klabund, da Lasker-Schüler a Tucholsky, da Hollaender a Weill, da Eisner a Grünbaum – e di opere – poesie, song, brani orchestrali e brani satirici di cabaret – lo spettacolo attraversa alcune delle tematiche centrali in quegli anni, il rifiuto del militarismo e delle guerra, l’immagine del femminile e la rivoluzione dei comportamenti sessuali, le sperimentazione artistiche d’avanguardia, la minaccia della disoccupazione, il razzismo crescente e la ricerca di un capro espiatorio che pagasse le colpe di una situazione economica che, dopo il ’29, era diventata insostenibile.
Per l’informazione più propriamente storica, necessaria a comprendere meglio alcuni degli aspetti satirici dello spettacolo, lavorano in scena gli stessi elementi che hanno visto la luce proprio nei teatri della repubblica di Weimar, i cartelli didascalici di brechtiana memoria e le proiezioni cinematografiche (brevi documenti filmati) di piscatoriana memoria.
Un modo per ricordarci di una storia che è stata, ed è, profondamente europea.

produzione Società per Attori

Il programma potrebbe subire variazioni

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