Troppo spesso relegato all’ombra dell’Inferno, tema della performance è questa volta il Purgatorio, per la precisione i suoi primi sei canti: da che Dante fa la conoscenza di Catone a quando, incrociata l’anima di Sordello, s’abbandona a un’appassionata arringa, tutta rivolta al lettore, sull’indegna sorte dell’Italia distrutta dalle brame principesche dei suoi tanti piccoli tiranni:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”
La severità del sommo poeta si unisce all’ironia di un interprete che con grande mestiere, accompagnato dalla chitarra di Tommaso Cuneo, riesce ad assolvere un compito non facile: trasmettere agli spettatori, soprattutto ai più giovani, tutta la pregnanza del messaggio dantesco.