e' un brusio la vita

Uno spettacolo corale -una sala da ballo di una domenica pomeriggio- in memoria vitale di Pier Paolo Pasolini e della sua opera poetica. La visione della sua presenza passa per una via remota, laterale: è il ricordo dell’Orestiade di Eschilo, tradotta da Pier Paolo Pasolini per Vittorio Gassman al Teatro Greco di Siracusa nel maggio 1960. Brani di Eumenidi, -lo strazio di Oreste, la furia delle Erinni, l’impotenza di Apollo, l’utopia di giustizia di Atena- si intrecciano a poesie, lettere, prose civili, appunti, dialoghi di Accattone, di Mamma Roma nel racconto del libro morale e civile di Pasolini, della sua opera, della sua vita spezzata. Per conoscere –anche per chi non ha, non può averne memoria- il respiro e il corpo dell’Italia povera, fonda e viola nella sera, il brusio dissipato delle sue molte vite, la violenza disperata della sua storia: l’età del pane, della pietà, del dolore condiviso. Un contrasto di scena, un baratto di vita contro sapienza, di corpi danzanti illuminati dalla parola profetica e lacerante di Pasolini. Uno spettacolo mosso come una partita di pallone, allegra e violenta, dove non conta vincere, ma correre, contrastare, anche fare e farsi male. Il corpo mette in verticale la parola, il pieno ilare della musica cede al vuoto salutare del silenzio.
Uno spettacolo di giovani attrici ed attori che nasce dalla loro voglia di futuro teatrale, ma anche dalla nostalgia di un passato solo anagrafico, non trascorso. Di Pier Paolo Pasolini manca la voce, l’occhio scandaloso, il pensiero inconciliabile. Manca la sua poesia di opposizione, la sua maschera nuda di atleta del cuore. Manca il testimone senza paura, venuto da molte tradizioni nel luogo del disordine e dell’ingiustizia che si chiamava Novecento e ora chiamano Era Globale.
Scritto e diretta da Giancarlo Sammartano. Interpretato da otto giovani attori.