EMILIO GENTILE – La marcia su Roma

EMILIO GENTILE - La marcia su Roma

Speciale di Lezioni di storia: nel centenario dalla marcia su Roma, due lezioni per approfondire un evento epocale

Nell'ambito di Auditorium Parco della Musica | Stagione 2021-2022


Informazioni

A cento anni esatti dalla marcia su Roma – l’insurrezione armata che tra il 27 e il 28 ottobre 1922 a partire da Pisa e poi da molte altre città del Centro e del Nord Italia raggiunse la Capitale – un grande storico ricostruisce antefatti, ragioni, tappe che portarono con la violenza a una svolta decisiva nella storia del fascismo e nella storia d’Italia.

Due lezioni magistrali – che possono essere apprezzate singolarmente ma che insieme costituiscono un quadro coerente e unitario – per ricostruire un passato su cui non dobbiamo smettere di interrogarci.

26 ottobre, ore 19.30

Le prime voci di una marcia fascista su Roma circolarono nell’agosto del 1922. Il fascismo alla conquista della capitale era il titolo di un articolo pubblicato il 6 agosto sull’Avanti!. Sette giorni dopo, Michele Bianchi, segretario generale del Partito nazionale fascista, disse al comitato centrale riunito a Milano sotto la presidenza di Mussolini: «Quello di oggi è forse il momento più difficile che il fascismo abbia mai attraversato». La marcia su Roma fu decisa allora. Perché il fascismo, come disse Mussolini, rischiava di perdere.

27 ottobre, ore 19.30

«FECE FESSI TUTTI»: con questa espressione Cesare Rossi, il più stretto collaboratore di Mussolini, commentò il ruolo del duce nel successo della marcia su Roma. «Tutti» si riferiva a Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra, Facta, con i quali il duce trattò segretamente e separatamente la presenza di alcuni esponenti fascisti in un governo di coalizione. Ma fu Michele Bianchi, l’artefice principale dell’insurrezione squadrista, che costrinse il re a consegnare il governo dell’Italia a un capo di un partito armato.

Il programma potrebbe subire variazioni

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