ENRICO IV

ENRICO IV

Rappresentazione del celebre dramma di Luigi Pirandello. Regia di Marcello Amici

Nell'ambito di PIRANDELLIANA 2023

01.08.2023 ─
06.08.2023
Giardino di Sant'Alessio
Piazza Sant’Alessio 23

Informazioni

Il più tragico personaggio di Pirandello gioca la propria parabola in una carnevalata fittizia e claustrale.

Circa venti anni addietro, in tempo di carnevale, c’era stata una cavalcata in costume dove ognuno aveva rappresentato un personaggio storico con la sua dama accanto. Uno di loro, mascherato da Enrico IV di Germania, cadde da cavallo, batté la testa e rimase fisso, per vent’anni, nel suo personaggio. È l’antefatto.
Ora egli vive – Enrico IV – in una villa solitaria dove, un giorno, si presentano quella che fu la sua dama accanto, il suo rivale in amore che fece springare il suo cavallo facendolo cadere e un medico alienista che con un trucco violento spera di guarirlo come un orologio che si sia arrestato a una certa ora e che si rimetta a segnare il tempo, dopo un così lungo arresto. Il mascherato, però, è già guarito. Se ne era accorto un giorno guardandosi nello specchio; aveva preferito restare pazzo.
Come un vecchio attore, aveva voluto restare nei panni del suo personaggio per viverla con la più lucida coscienza la sua pazzia.
Quando sul finale quello che fu il suo rivale in amore scopre che Enrico IV non è più un pazzo e la tensione del racconto raggiunge il massimo della sua iridescente angoscia aprendosi ad un omicidio, la regia fulmineamente lo esclude con una fervida intuizione.

La regia è uscita dalle abitudini, dalle pratiche pirandelliane, non ha interpretato la maschera e la persona, ma capito perché Enrico IV si piace in quella carnevalesca rappresentazione che dà a sé stesso e agli altri della sua regalità. Non più quel raisonneur in punta di fioretto che con abilità istrionica si destreggiava sul filo teso della pazzia e della finzione, ma un teatrante che dietro il sipario del suo travestimento offre ai suoi ospiti lo spettacolo un po’ compiaciuto del suo virtuosismo dialettico.

La sua esistenza si risolve e si dissipa in azione scenica. Ecco perché la recitazione, la ricomposizione del testo, le musiche, tutto diventa spia di una precisa lettura registica dove il confine tra personaggio-uomo e personaggio-attore si rarefa sino a diventare inafferrabile. Enrico IV è un attore e un poeta che conosce la stoffa di cui sono fatti i sogni, due ruoli per lo stesso personaggio, come non a caso insegna Michel Foucault nella Storia della follia, e tanti drammi di Shakespeare stanno lì a testimoniarlo. La regia ha geometrizzato la follia del testo, ha innalzato una linea di confine dalle pareti alte e sottili. Oltre si potrebbe andare, ma non si può uscire. Quando i cosiddetti saggi tenteranno di scombinare gli equilibri, la cittadella si rinchiuderà nel regno dell’immaginazione perpetua, della solitudine esistenziale.

Enrico IV è l’altro versante del quotidiano, è l’aspirazione a mettersi in salvo nei ruoli intimati dal mondo della fantasia. È un poeta malinconico avvolto in un mantello di solitudine, è un Amleto che discetta sulla condizione umana di cui è vittima e trionfatore, indossa e si fa carico del travestimento per la vita. E’ l’attore che assume su di sé la funzione della follia per scrollare le certezze che ancorano l’esistenza. È lo scrittore che si rinchiude definitivamente nella sua arte.

Con Marcello Amici, Tiziana Narciso, Massimiliano Ferretti, Pier Giorgio Dionisi, Ezio Provaroni, Federico Giovannoli, Marina Benetti, Francesco Miriano, Francesca Sampogna, Martina Pelone, Luca Mandara, Caterina Lo Bue, Mariaelena Pagano, Marco Tonetti, Andrea Giannelli

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