Esilio e volontariato in armi nell’Ottocento: una questione (anche) gastronomica
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Esilio e volontariato in armi nell'Ottocento: una questione (anche) gastronomica

Nel corso dell'originale conferenza viene dimostrato come nel Risorgimento anche l'atto di mangiare venne rivestendosi di un significato politico

Nell'ambito di Appuntamenti a cura della Sovrintendenza Capitolina


Informazioni

Se la condizione dell’esilio fu infatti comune alla generazione dei patrioti italiani che nel corso del XIX sec. lottarono per una patria libera e indipendente, fu nel confronto anche gastonomico con i paesi che li accolsero che si venne ulteriormente rafforzando il legame con la patria lontana contribuendo anch’esso alla costruzione dell’identità nazionale italiana, che si giovò non a caso – ad unità territoriale ormai avvenuta – della celebrazione della cucina nazionale italiana come somma e sintesi della ricca tradizione delle cucine regionali della penisola, quale risultò codificata nel 1891 dal celebre manuale di Pellegrino Artusi.

La conferenza, introdotta da Mara Minasi (Responsabile del Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina),
prosegue con gli interventi di Raffaella Ponte, (Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini),
Fabio Pietro Barbaro (Presidente della Sezione di Roma ANVRG)
e Alice De Matteo (Università degli Studi di Salerno).

Il programma potrebbe subire variazioni

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