Furore

Furore

Massimo Popolizio porta in scena il capolavoro di John Steinbeck. Adattamento di Emanuele Trevi

Nell'ambito di Teatro di Roma | Stagione 2022-2023

06.12.2022 ─
18.12.2022
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina, 52

Informazioni

dal romanzo di John Steinbeck
ideazione e voce Massimo Popolizio
adattamento Emanuele Trevi
musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio

durata 80′ senza intervallo

Nell’estate del 1936, il San Francisco News chiese a John Steinbeck di indagare sulle condizioni di vita dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti, soprattutto dall’Oklahoma e dall’Arkansas, a causa delle terribili tempeste di sabbia e dalla conseguente siccità che avevano reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Il risultato di quell’indagine fu una serie di articoli da cui l’autore americano generò, tre anni dopo, nel 1939, il romanzo Furore. E questo è il racconto di come John Steinbeck trasformò quella decisiva esperienza giornalistica, umana e politica in grande letteratura.

È una straordinaria figura di narratore – nello stesso tempo arcaica e modernissima – che può prendere forma in un lavoro di drammaturgia basato sul capolavoro di John Steinbeck. E forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile «story-teller» un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, si impara ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio dà vita a un one man show epico e lirico, realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità. Il controcanto è affidato al caleidoscopio di suoni realizzati dal vivo dal percussionista Giovanni Lo Cascio. (Emanuele Trevi)

suono Alessandro Saviozzi
luci Carlo Pediani
assistente alla regia Giacomo Bisordi
creazioni video Igor Renzetti e Lorenzo Bruno

Produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Foto di Federico Massimiliano Mozzano

Il programma potrebbe subire variazioni

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