Giorgio Caproni: Registri di classe

La scuola “logora”. Arrivo a casa sfinito. Ma con tutto questo, amo la scuola, e chissà se saprei abbandonarla davvero, come tante volte mi sono proposto di fare.

Così scriveva Giorgio Caproni nel registro di classe del 1962-63. Aveva cinquant’anni e da quasi trenta entrava in classe ogni mattina portando con sé il sogno di «una scuola né pedante né pesante, ma allegra e piena di scoperte». Fare il maestro elementare non rappresentò mai un ripiego: al contrario, fu un mestiere profondamente amato, esercitato con umiltà, dedizione, energia e inventiva.

Nina Quarenghi ha trascritto e raccolto i registri compilati con cura dal poeta nella sua lunga carriera di insegnante, dapprima in Val Trebbia e ad Arenzano (1935-37), poi a Roma (1938-73): rimasti a lungo inediti e pubblicati ora per la prima volta integralmente, i “Registri di classe” (Garzanti, 2023) offrono un ritratto inatteso e sorprendente di uno dei più grandi poeti del Novecento.

All’incontro sarà presente la curatrice Nina Quarenghi, in dialogo con Irma Staderini.

Il programma potrebbe subire variazioni