Questa Giovanna d’Arco di Maria Luisa Spaziani, di cui ricorre quest’anno il decennale della morte, accompagna quasi tutta la mia carriera di direttore di teatro pubblico. Lo spettacolo fu inventato in un bellissimo Castello di Vittorio Veneto nel 2004 per il Teatro stabile del Veneto. Maria Luisa non lo aveva scritto per il teatro ma aveva dimestichezza con le scene e accettò con entusiasmo l’idea di mettere in scena questo suo gioiello. Lo pensammo come un colloquio intimo, quasi sommesso, antiretorico. Quasi come se alcune decine di persone si ritrovassero attorno ad un fuoco ad ascoltare una storia. Ci ponemmo subito una domanda cruciale. Chi è colei che ci parla? Una pazza che si crede Giovanna d’Arco? Il fantasma della pulzella? Lasciammo volutamente nell’ambiguità la risposta. Una volta andati in scena posi più volte la domanda alla Spaziani, che ci seguì al debutto, poi a Venezia, poi a Napoli. All’inizio lei non mi rispose poi un giorno mi disse semplicemente che “è Giovanna”.
Nel rimetterlo in scena vent’anni dopo il suo debutto con una nuova giovane attrice Mersila Sokoli, che sostituisce Gaia Aprea con cui lo spettacolo era nato, ho ripensato a quella semplice risposta e attenuato quindi ancora di più i toni, cercando di far emergere i versi nella sua purezza e pensando, con Maria Luisa, che chi ci parla non è né una folle né un fantasma inquietante ma “semplicemente” Giovanna.
aiuto regia Lucia Rocco
elementi scenici e costume Marta Crisolini Malatesta
musiche Antonio Di Pofi
disegno luci Gaetano La Mela
foto di scena Claudia Pajewski
Si ringrazia la casa editrice Interlinea
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania
Il programma potrebbe subire variazioni