Ray Bradbury ha pubblicato nel 1950 Cronache Marziane, una serie di racconti che immagina di ripercorrere 27 anni di colonizzazione terrestre sul “pianeta rosso”. Dalle prime disastrose “spedizioni”, passando per il racconto della vita dei coloni terrestri, fino al ritorno sulla Terra dove nel frattempo è scoppiata una devastante guerra atomica, ognuna delle 27 storie del libro – una per ogni anno – costituisce un frammento di un’epopea con risonanze prepotenti nella nostra contemporaneità: colonizzazioni, collassi climatici, identità collettive sono solo alcuni degli oggetti dell’indagine che Bradbury ha condotto sulla nostra civiltà utilizzando il sogno della “conquista” di Marte. Bisordi sceglie questo materiale per continuare la sua ricerca sulle narrazioni della nostra identità dopo quanto fatto nel recente Peng: “Andare su Marte, ancora una volta la manifestazione del mitico desiderio occidentale di esplorazione e conoscenza, rappresenta un non troppo velato bisogno di qualcuno di garantirsi un’alternativa privilegiata in un momento in cui il nostro pianeta si dirige verso il collasso. Mi sembra un bel territorio metaforico per immaginare una drammaturgia inedita. I marziani, per Bradbury, sono la proiezione dei nostri desideri, dei nostri sogni e delle nostre paure al tempo stesso personali e collettive; le pagine dei suoi racconti assomigliano a qualcosa a metà strada tra un’operetta morale di Leopardi e un’odissea malinconicissima sulla perdita. O come ha detto Tristan Garcia: un dramma d’amore su scala interplanetaria” Pensato per un cast di tre attori e attrici chiamati e chiamate a disegnare il movimento vorticoso di frammenti di questi 27 anni, Cronache Marziane sceglie alcune delle immagini più potenti del materiale originale – la violenza delle spedizioni, la solitudine sul pianeta, il collasso contemporaneo della terra – per una performance originale sulla ricerca del senso di essere Terrestri – o Marziani.
scene Marco Giusti & Alessandra Solimene
luci Marco Giusti
suono Dario Felli
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Il programma potrebbe subire variazioni