IL MALE SACRO

IL MALE SACRO

Debutto romano per lo spettacolo di Massimo Binazzi. Regia di Antonio Latella

Nell'ambito di L'ACCADEMIA NAZIONALE D'ARTE DRAMMATICA SILVIO D'AMICO AL MATTATOIO

29.03.2024 ORE 15:00 Mattatoio
Piazza Orazio Giustiniani, 4

Informazioni

Di Massimo Binazzi
Regia Antonio Latella

con Ilaria Arnone, Jacopo Carta, Vanda Colecchia, Eny Cassia Corvo, Leonardo Della Bianca, Chiara Di Lullo, Leonardo Di Pasquale, Luca Ingravalle, Fabiola Leone, Paolo Madonna, Federico Nardoni, Fausto Stefano Mario Peppe, Maria Vittoria Perillo, Domenico Pincerno, Michele Scarcella, Maria Grazia Trombino, Teresa Vigilante

Assistenti alla regia Consuelo Bartolucci, Fabio Faliero, Enrico Torzillo

Supervisione all’allestimento scenografico Graziella Pepe
Ripresa della scenografia dello spettacolo “In cerca d’autore“ diretto da Luca Ronconi, di Bruno Buonincontri
costumi Graziella Pepe
Movimenti e supervisione alle coreografie Francesco Manetti
Coreografie  Luca Ingravalle, Fabiola Leone,
Luci Simone De Angelis
Consulenza al progetto sonoro Franco Visioli
Mara (Official Soundtrack “Il Male Sacro”) di Meta & Upnea
Organizzazione Brunella Giolivo
Video Lucio Fiorentino
Costume della Madonna realizzato da Annelisa Zaccheria per Edoardo II regia Antonio Latella

Antonio Latella guida i giovani dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico nella messa in scena de Il Male Sacro, importante opera di Massimo Binazzi, stimato letterato del dopoguerra, autore e regista teatrale umbro. Il testo fu scritto a partire da una lunga permanenza dell’autore in Calabria, dove infatti è ambientato. Il male cui fa riferimento il titolo è l’epilessia, disturbo neurologico associato storicamente a esperienze religiose o demoniache che secondo le credenze mettevano in contatto il malato con messaggi divini.

A esserne colpita è il personaggio di Mara, figlia (insieme a Rosaria, Xenio e l’ultimo arrivato e pr mo figlio maschio, Alex) di Kyria e Pietro Morace. Strutturato in quattro atti suddivisi in quadri, il testo parte dalla scena finale e vive attraverso la ricostruzione quasi visionaria dei ricordi del passato, rivissuti dagli occhi ammalati di Mara. Sullo sfondo delle vicende politiche e sociali ai tempi della Campagna d’Etiopia, fino allo scoccare della Seconda Guerra Mondiale, l’epopea di questa famiglia attraversa vicende e scosse: dal crudo rapporto tra Kyria e Pietro al matrimonio di Rosaria con il “borghesuccio” Antonio; dalle aspirazioni della pura Xenio, che però muore orribilmente, allo sguardo di Mara sulla realtà, al suo amore per il disertore Michele, fortemente legato anche al fratello Alex; dalla partenza del padre Pietro per la guerra in Etiopia, al tradimento della moglie in assenza di lui. In questo vortice di ricordi, la tragedia si compie nell’uccisione di Pietro, da parte di sua moglie Kyria, mentre Mara – nel male sacro – induce suo fratello Alex a uccidere la madre che giace con l’amante. Questo poema tragico, nella visione storica dell’autore, tra guerra, antifascismo, trasformazione delle condizioni economiche e sociali del paese, mette al centro la vicenda umana, seguendo un processo poetico di rara potenza.

produzione Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, Spoleto Festival dei Due Mondi
collaborazione per la stagione 2023/2024 TSU Teatro Stabile dell’Umbria

Il programma potrebbe subire variazioni

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