IL PRINCIPE DEI SOGNI BELLI

IL PRINCIPE DEI SOGNI BELLI

Testo di Tobia Rossi, regia di Pierpaolo Sepe

Nell'ambito di Teatri in Comune 2025-2026

28.11.2025 ─
30.11.2025
Teatro Quarticciolo
Via Ostuni 8
Municipio V

Di Tobia Rossi
regia Pierpaolo Sepe
con Noemi Francesca e Riccardo Festa
consulenza scenica Francesco Ghisu
costumi Rossella Oppedisano
luci Pierpaolo Sepe
produzione La Fabbrica dell’Attore

Tobia Rossi / Pierpaolo Sepe
IL PRINCIPE DEI SOGNI BELLI 

Un McDonald’s ai margini di una cittadina di provincia, a ridosso delle campagne. In una saletta isolata, Elio, imprenditore edile di mezz’età, sta contrattando con Dragon, ventenne dai capelli azzurri, prezzo e modalità della prestazione sessuale che il giovane dovrebbe offrire. Non ad Elio, ma a suo figlio Bruno, che è autistico, ermeticamente chiuso al mondo ma, ormai grande, desideroso di avere il suo primo rapporto sessuale. Ed è disposto ad averlo solo con Dragon, perché somiglia in tutto e per tutto all’eroe del suo manga preferito. Dragon non è imbarazzato dalla proposta, anzi la cosa lo intriga e diverte, continua a ritardare la chiusura della trattativa e si avvicina, sempre più pericolosamente, al mondo di Bruno. Una favola amara che parla di crescita e cura, di paura e responsabilità, di padri e di figli. Il racconto di un pomeriggio incandescente che procede a spirale fino a stringersi sul concetto di menzogna, inossidabile caposaldo della nostra educazione e identità.

Il principe dei sogni belli sembra quasi il titolo di una fiaba, oppure di un fumetto, o ancora di un romanzo di avventura; comunque, di una storia in grado di rimandare ad una certa rappresentazione che del reale non sia solo lo specchio, bensì l’evocazione di un suo raddoppiamento. Che cosa di un testo teatrale non si vede? Che cosa di un personaggio, di una storia, di un conflitto resta per lo più fuori campo?  In realtà è il titolo di un testo scritto da Tobia Rossi, giovane autore fresco vincitore del premio Carlo Annoni, molto attento ai temi dell’inclusione e della diversity.  Il tema controverso e spesso poco indagato della scoperta della sessualità nei ragazzi disabili è solo una delle possibili prospettive di sguardo su questa vicenda, la più immediata, che ci investe con tutta la sua necessità e che tocca un tema politico e comunitario. Ma è chiaro fin da subito che in gioco ci sono altri elementi, altrettanto politici, altrettanto incandescenti, che tracciano una linea di continuità tra lo spaesamento di una generazione di adulti nei confronti di una nuova generazione, quella dei figli, che non comprendono e con cui non riescono a comunicare, fino alla totale mercificazione del piacere, alla sua trasformazione in un bene acquistabile e dunque misurabile, passando per l’abisso del linguaggio e la sua parcellizzazione e sclerosi.

L’azione principale si svolge in un luogo pubblico, benché vuoto e apparentemente negletto. E potrebbe altresì avvenire che, in contrasto a quel luogo pubblico, venga esposto uno spazio o-sceno che per l’appunto molto spesso resta propriamente fuori scena, un dove intimo (e interno) che da quella sfera pubblica è occultato e allo stesso tempo evocato: la cameretta di Bruno/Joshi, un ragazzo autistico che si rifugia nella sua stanza come in uno spazio anarchico dell’immaginazione, fatto di fumetti, di simboli, di storie che redimono una condizione e al tempo stesso la condannano irrevocabilmente, nel triplo carpiato tra sé e il mondo circostante che questo progetto artistico intende evocare.

Il programma potrebbe subire variazioni

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Programma

28 e 29 novembre ore 20.30
30 novembre ore 17

Ingresso

Biglietti

A cura di

Teatro Biblioteca Quarticciolo