Immaginari Rock nell’era del vinile

Immaginari Rock nell’era del vinile

Mostra a cura di Stefano Dello Schiavo dedicata alla grafica discografica

Nell'ambito di Auditorium Parco della Musica

20.06.2025 ─
06.08.2025
Auditorium Parco della Musica - Ennio Morricone
Viale Pietro De Coubertin, 30
Municipio II

La mostra Immaginari Rock nell’era del vinile, curata da Stefano Dello Schiavo, conclude il percorso espositivo promosso dalla Fondazione Musica per Roma, iniziato con “Synchronicity. Record Covers by Artists” (2010), dedicata alle copertine firmate da artisti visivi e “Grandi fotografi a 33 giri” (2012), incentrata sulle cover realizzate da celebri fotografi. Entrambe le esposizioni hanno raccontato il forte legame tra musica e immaginario visivo, un connubio che per oltre sessant’anni ha trovato nella copertina del disco un potente strumento di espressione artistica e comunicazione culturale, con esiti talvolta molto radicali.

Questa terza mostra presenta oltre 150 copertine di dischi in vinile e quattro opere pittoricheprovenienti dalla collezione Dello Schiavo, e intende raccontare come, tra la seconda metà degli anni Cinquanta e la fine degli Ottanta, la grafica discografica sia diventata un fenomeno culturale di ampia portata. Lungi dall’essere una forma espressiva riservata a pochi appassionati, le copertine hanno saputo influenzare mode, stili e immaginari di intere generazioni, raggiungendo pubblici diversi per età, provenienza e condizione sociale.

Il percorso espositivo si concentra sul periodo di massimo splendore del vinile e si articola in sezioni tematiche e autoriali che mettono in luce la creatività dei graphic designer italiani e internazionali – Mario ConvertinoCesare MontiGianni Sassi Roger DeanRick Griffin, Martin Sharp – e di studi affermati come Hipgnosis, a cui si devono alcune delle cover più iconiche della storia del rock.

Fino al 1964 la grafica rock si era caratterizzata per una elaborazione formale meno raffinata rispetto a quella della musica classica e jazz: l’immagine fotografica del cantante o del gruppo, spesso elaborata secondo uno stile convenzionale, era uno strumento promozionale utile a rafforzare l’aura divistica del musicista e ad aumentare le vendite. È a partire dalla metà degli anni Sessanta che si assiste a una svolta decisiva: le band iniziano a considerare la copertina come parte integrante del messaggio musicale e a sviluppare un’identità visiva coerente con il proprio stile sonoro. Nasce così una stretta connessione tra musica e immagine, testimoniata dalle copertine psichedeliche, hippy e visionarie dei Beatles, dei Rolling Stones o dei Grateful Dead e di altri protagonisti della scena internazionale e della controcultura, anch’essi presenti in mostra. Un fenomeno di convergenza tra linguaggio musicale e ricerca grafica che si intensifica nel decennio successivo, trovando una delle sue espressioni più radicali nell’estetica punk dei Sex Pistols, di Richard Hell o degli X-Ray Spex. Il punk, attraverso il rifiuto dei codici visivi dominanti e l’adozione di uno stile estremo e provocatorio, imprime una svolta radicale nella storia del design musicale, trasformando la copertina in uno spazio di dissenso visivo e di sperimentazione politica, in aperta opposizione alle logiche dell’industria culturale.

In questo nuovo contesto, la copertina si configura sempre più come un territorio ibrido, capace di attrarre autori provenienti da ambiti contigui ma autonomi, come il fumetto d’autore. Figure come Robert Crumb,Guido CrepaxHugo Pratt e Andrea Pazienza, tra gli altri, riconoscono nel supporto discografico una piattaforma ideale di espressione, un laboratorio grafico in cui linguaggio musicale e narrazione visuale si intrecciano in forme spesso audaci.

Accanto alle copertine, sono esposte alcune opere pittoriche che evidenziano lo scambio tra grafica musicale e arti visive contemporanee. L’influenza è reciproca: i graphic designer guardano con interesse alle avanguardie artistiche, mentre molti artisti si ispirano alle atmosfere e alle iconografie delle cover. Ne sono esempi emblematici le opere di Pablo EchaurrenGiuseppe Tubi e Prof. Bad Trip, anch’esse in esposizione.

Il programma potrebbe subire variazioni

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Programma

Tutti i giorni dalle 17.30 alle 21.30

A cura di

Fondazione Musica per Roma