L’ASINO

L’ASINO

Spettacolo teatrale di Jon Jesper Halle diretto da Gianluca Iumiento

Nell'ambito di Teatri in Comune 2023-2024

24.10.2023 ─
27.10.2023
Teatro Tor Bella Monaca
Via Bruno Cirino
Municipio VI

Informazioni

di Jon Jesper Halle
traduzione italiana di Maria Sand
regia Gianluca Iumiento
aiuto regia e luci Eva Sabelli
con Anna Paola Vellaccio, Stefano Sabelli
canzoni dal vivo Arianna Sannino
scene e immagini Keziat

Teatro del Loto

Jon Jesper Halle, è un autore norvegese, docente di drammaturgia alla KHIO, National Accademy of the Arts di Oslo. Nelle sue opere, spesso in forma di dark comedy, Halle, mette in scena il lato oscuro della quotidianità scandinava, quello che non traspare sotto l’apparente perfezione borghese e l’agiato e perbenismo nord-europeo. Ansie, paure, senso di inferiorità e precarietà si mescolano così a rabbia repressa, frustrazioni e sogni troppo grandi per essere realizzati. Fra voglia di fuga e rifiuto delle convenzioni, il Teatro di Jesper Halle è un gioco d’equilibri e sorrisi amari, tra mitologia nordica e cronaca domestica. L’asino, atto unico sperimentale, scritto da Halle in una fase di ricerca e studio sulla scrittura polivocale – teorizzata ed elaborata dall’americano Paul Castagno – non sfugge a questo schema. Anzi lo esaspera. Tipico del teatro polivocale è infatti il movimento di un’azione scenica, non prevedibile, ispirata piuttosto dal dialogo interiore, subliminale e occulto, tra le voci dell’opera, in continuo scontro dialettico fra loro. In scena, un serrato dialogo a due, fra un ruolo femminile realistico e uno maschile evocativo. Ne nasce un incontro/scontro che da un piano, apparentemente naturalista, improvvisamente tracima in una rappresentazione multiforme e sarcastica della società scandinava contemporanea, messa a nudo e sferzata con irridente epicità, mentre, sempre più evidenti, emergono le Voci di dentro di una donna comune.
Critico nei confronti di una claustrofobica e perbenista società norvegese, L’asino descrive il sentimento di sentirsi intrappolati dalla vita, dal passato, oppressi da una società conformista (quella scandinava ma più in generale di un Occidente ricco e opulento), che fa emergere una prepotente spinta emotiva che – come un sordo Urlo alla Munch – spinge ad abbandonare ogni sicurezza borghese e comodità pregressa, per una più vitale, per quanto incerta, animalità.

Il programma potrebbe subire variazioni

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