Rielaborare la musica di Wayne Shorter nell’aspetto ritmico è il motivo ispiratore del lavoro di arrangiamento e ricomposizione pensato per questo progetto, per la cui esecuzione Luca Mannutza ha scelto di essere affiancato da alcuni compagni di viaggio di lunga data: Paolo Recchia al sax alto, Daniele Sorrentino al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria.
Il proposito era essere fedele alle melodie ed alle armonie delle scritture originali dei brani, composti nel periodo tra il 1963 e il 1967, e sostenerle con una tessitura di accompagnamenti polimetrici che risultassero focalizzabili da diversi punti di vista, come in un’immagine escheriana, in una sovrapposizione continua di metriche (spesso dispari) che riemergono di volta in volta nelle strutture o nelle scelte creative dei solisti.
Il focus del lavoro è stato il tentativo di rendere fruibile la musica nonostante la sua complessità, mantenendo inalterate le splendide melodie dei capolavori di uno dei più grandi compositori di musica jazz di tutti i tempi.