Luciano Berio e la multimedialità
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Luciano Berio e la multimedialità

Giornata di studi dedicata al compositore e alla sua sperimentazione audiovisiva e multimediale

Nell'ambito di Accademia Nazionale di Santa Cecilia | 2023 - 2024


Informazioni

L’ampliamento dei confini del linguaggio musicale mediante l’interazione tra vecchi e nuovi media e l’allargamento dei mezzi di trasmissione del messaggio sonoro hanno rappresentato una sfida incessante nella carriera di Luciano Berio (1925-2003).

Il suo incontro con i nuovi media risale alla prima metà degli anni Cinquanta e approda a una prima importante tappa con la fondazione, insieme a Bruno Maderna, dello Studio di Fonologia Musicale di Milano della Rai, tra i primi laboratori di musica elettronica in Europa. Grazie al lavoro svolto in questo Studio, Berio non solo sperimenta nuove forme di interazione tra musica strumentale, vocale ed elettronica, ma contribuisce anche all’avvio di una nuova stagione nel panorama dell’arte radiofonica italiana.

Sempre all’interno della Rai Berio sperimenta, negli anni Settanta, il mezzo multimediale per eccellenza, la televisione, declinato in strumento di divulgazione della cultura musicale internazionale. Sulla scia del successo degli Young People’s Concerts di Leonard Bernstein, egli progetta il ciclo televisivo C’è musica e musica, andato in onda per la prima volta nel 1972, vòlto ad ampliare orizzonti sonori e conoscenze musicali dei telespettatori italiani in modo del tutto nuovo per il panorama televisivo dell’epoca.

Ancora più avanguardistica è la relazione tra musica e immagine raggiunta nel settore dei video d’arte o industriali, nelle collaborazioni con Bruno Munari e nella realizzazione delle musiche per alcuni documentari prodotti dalla ditta Olivetti tra il 1960 e il 1962. O, ancora, in progetti visionari come La Voix des voies, “diaporama sonoro” installato presso l’IRCAM di Parigi nel 1977, dove le componenti sonore-visive-spaziali di installazione interagiscono in un gioco di proiezioni finalizzate a una narrazione multi- e metamediale della storia della sperimentazione elettroacustica, raccontata dalle voci, i volti e le opere degli stessi protagonisti. Sul sentiero di una sperimentazione multimediale senza frontiere di genere, sono da intendere anche alcuni approcci al medium tradizionale scenico-teatrale, approfonditi da Berio nelle forme della danza e del teatro, dal balletto La dolce memoria di quel giorno del 1974 alle ultime opere, Outis (1996) e Cronaca del luogo (1999), ove l’uso del live electronics e dell’interazione suono-spazio conferma il ruolo centrale di queste sperimentazioni nel suo percorso compositivo.

L’incontro Luciano Berio e la multimedialità, articolato in seminario didattico, proiezioni e giornata di studio, si pone come punto di partenza di una più estesa riflessione sul rapporto fra Berio e la sperimentazione audiovisiva e multimediale, centrale non solo nel campo degli studi dedicati al compositore, ma anche nel più ampio settore di ricerche dedicate all’interazione fra musica ed evoluzione tecnologica nel panorama della musica seria del Novecento.

© foto di Robert Cahen, per gentile concessione

Il programma potrebbe subire variazioni

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