MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

Spettacolo di parole e musica con Chiara Casarico e Giuseppe De Trizio

Nell'ambito di Teatri in Comune 2024-2025

09.11.2024 Teatro del Lido
Via delle Sirene, 22
Municipio X

Informazioni

Uno spettacolo che esplora il ’68 italiano attraverso le canzoni dell’epoca. Musica, storia e biografie per raccontare i cambiamenti socio-politici e culturali di un anno simbolo.


«… il denaro ed il potere sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo han funzionato…»

Sono passati cinquant’anni dal 1968, l’anno simbolo delle contestazioni, della rivolta studentesca, dello scontro generazionale, della liberalizzazione sessuale e tanto altro… un anno che ha segnato un grande cambiamento sociopolitico nel mondo del quale forse non sappiamo ancora apprezzare la portata e che ci pone ancora grandi interrogativi. “Ma che colpa abbiamo noi” è il ritornello di una canzone dei Rokes, con testo italiano di Mogol, che si piazzerà al secondo posto in uno storico Cantagiro del 1966 e che secondo noi rende bene l’idea del cambiamento che stava avvenendo in quegli anni. La musica, alla fine degli anni ’60, acquista un’importanza fondamentale, soprattutto come discorso generazionale, tanto che uno degli episodi che entreranno nella Storia sarà proprio un evento musicale (il concerto di Woodstock nel 1969). Così abbiamo deciso di guardare il ’68 a partire dalle canzoni uscite in Italia in quello storico anno (facendo qualche eccezione per canzoni uscite l’anno precedente) e raccontare, attraverso canzoni, storia e biografia, le vicende emblematiche del ’68 italiano. L’argomento è molto vasto. Gli effetti di quegli anni non li abbiamo forse compresi appieno, proprio ora che tante conquiste sembrano essere colpite o svanite. Le cose da dire e da cantare sarebbero tantissime, ma bisognava operare una scelta e così portiamo in scena cantando e raccontando: la Contessa di Paolo Pierangeli, le Pietre di Antoine, la Beat Generation e Valle Giulia, Pasolini e le occupazioni universitarie; Dario Fo, Jannacci, i Rokes e Don Milani, Basaglia e Alda Merini; Gino Paoli, Patty Pravo e Caterina Caselli e l’aborto e la nascita del femminismo; Paolo Conte, Guccini e Lucio Dalla…. E purtroppo dobbiamo lasciar fuori tanti altri autori e racconti che non basterebbero 24 ore per “rac-cantare” tutti… Ma che colpa abbiamo noi?

Il programma potrebbe subire variazioni

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