“Mia nonna Maria ha fatto la sarta per una vita. Le mani di sarta sanno unire, cucire, legare; un filo e un ago fra le dita ti prendono le misure di pelle e cuore. Ha preso le misure di pelle e cuore di tutto il paese, mia nonna. Se ad Anagni volevi un vestito da sposa, dovevi andare da Maria. E su quei vestiti da sposa ha cucito la sua storia personale con tutte le stoffe di vita che incontrava. Dalla finestra affianco alla sua macchina da cucire, le scorreva davanti una Valle del Sacco a cui tutti prendevano le misure e tutti disegnavano un vestito nuovo. Con l’Italia che dettava la moda e la Ciociaria che la seguiva. Quella Ciociaria che oggi sembra una sposa abbandonata sull’altare: terra avvelenata con un fiume pieno di schiuma. Ricordo mia nonna. Il rumore della sua macchina da cucire, le sue favole, i vestiti che faceva e quei quattro vestiti lasciati interrotti, mai finiti: “qua se fanno più funerali de matrimoni, ormai”. E forse, ora, è il momento di finirli questi vestiti…”.
Il programma potrebbe subire variazioni