Il romanzo viene presentato dal suo autore come un manoscritto, dal titolo “Mine-Haha”, che gli è stato consegnato da una sua vicina di stanza, l’ottantaquattrenne insegnante in pensione Helene Engel, la quale circa tre settimane prima si è suicidata gettandosi dalla finestra. “Mine-Haha, ovvero Dell’educazione fisica delle fanciulle” è un diario di memorie fittizie di Helene Engel, “Hidalla” nel parco, e ripercorre, a distanza di anni dalle vicende narrate, la vita della donna dalla sua primissima infanzia fino all’adolescenza. A partire dal romanzo di Wedekind, e in dialogo con esso, il lavoro si sviluppa attorno alla formazione di un corpo femminile, mettendo l’accento su tutte quelle aree del testo in cui è particolarmente stretta la relazione tra sguardo, corpo ed educazione.
In una dimensione espositiva, il corpo di chi è in scena, in sovraimpressione con quello di Hidalla, diventa il terreno su cui aprire un’indagine sull’identità e sull’atto del guardare per investigare i rapporti di potere che corrono tra chi guarda e chi viene guardato, attraverso la messa a tema del ruolo dello spettatore.
Il programma potrebbe subire variazioni