Un’importante mostra recentemente inaugurata dal Parco nelle stanze del piano nobile della prestigiosa Reggia di Portici, pone l’attenzione su un caso unico per il mondo romano: il legno rinvenuto negli scavi della città antica, un materiale di primaria importanza del quale assai poche sono le testimonianze materiali sopravvissute fino a noi.
Il legno è stato oggetto di studio in archeologia romana prevalentemente sulla base del ricco patrimonio iconografico e delle testimonianze letterarie. La documentazione ercolanese costituisce, da questo punto di vista, un’eccezione di enorme rilevanza storica. Le particolari dinamiche del seppellimento della città durante l’eruzione del 79 d.C., infatti, hanno garantito la conservazione non solo di elementi architettonici e strutturali (porte, scale, tramezzi, architravi, soppalchi…), ma anche di strumenti, barche e, soprattutto, mobilio: cassepanche, armadi, letti, tavoli e sgabelli, spesso caratterizzati da forme sorprendentemente moderne, testimoniano la grande abilità degli ebanisti romani.
Nella maggior parte dei casi il legno si presenta carbonizzato ma, in presenza di elevati tassi di umidità, ha conservato aspetto e natura originari e persino il colore delle decorazioni, come lo straordinario caso del controsoffitto della Casa del Rilievo di Telefo, rinvenuto sull’antico litorale della città e recentemente restaurato.
Lo studio del legno e del suo utilizzo aiuta a gettare nuova luce sulla vita degli abitanti dell’antica Herculaneum, ci restituisce l’immagine di una società operosa e raffinata e apre nuove prospettive di ricerca sia dal punto di vista archeologico, sia dal punto di vista della conservazione, sia infine nella prospettiva del pubblico godimento.
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