Ideato e interpretato da Sarah Falanga, lo spettacolo della Compagnia stabile dell’Accademia Magna Graecia del Parco Archeologico di Paestum è un viaggio nella figura di Medea attraverso i secoli.
Euripide, Seneca, Pasolini e Christina Wolf sono i compagni di un percorso che rilegge la complessità di una donna simbolo di forza, amore, vendetta e dolore. Un’intensa meditazione teatrale che interseca storia, mito e modernità.
Nel titolo dello spettacolo il genitivo latino del nome (Medea, ae), ossia “di Medea”: un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue, di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea.
Euripide ha giocato sicuramente un ruolo decisivo. Infatti, fa da spartiacque tra due modi diversi di interpretare questa figura. L’elemento centrale della leggenda di Medea o, meglio, quello che era divenuto centrale dopo Euripide, l’infanticidio, era stata un’innovazione del tragediografo ateniese rispetto alla tradizione precedente. Dopo il 431 a.C., la rappresentazione euripidea ha esercitato il suo influsso sulle letterature successive.