Monuments & flags
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Monuments & flags

Installazione dedicata alla video arte e alla video performance

Nell'ambito di INTERAZIONI~FESTIVAL

01.10.2022 ORE 19:00 Goethe Institut (Auditorium)
Via Savoia, 15 Roma

Informazioni

Monuments & Flags è una installazione dedicata alla video arte e alla video performance, che si innesta nella più ampia programmazione di Interazioni ~ Festival. Quello che accomuna la possibilità di lettura delle singole opere in programma, realizzate in momenti e contesti diversi, è una riflessione intorno al concetto di bandiera intesa tanto nella sua materialità di oggetto-simulacro e vessillo di appartenenze, quanto – per estensione – come essenza plastica della retorica del potere stesso. Sullo sfondo di queste mises en scène di simboli e miti identitari e patriottici è possibile scorgere, in alcuni casi, le genealogie e le interferenze, passate e presenti, tra matrici coloniali e processi di costruzione dei discorsi nazionali nella relazione tra monumenti e spazio pubblico. 

OPERE  

Isabella Gaffè \ Salvo Lombardo (IT)
Prélude (5’05’’) 

Nata come preambolo visivo allo spettacolo Excelsior di Salvo Lombardo \ Chiasma, l’opera video Prélude di Isabella Gaffè ripercorre diverse delle iconografie che dall’Italia post-unitaria a oggi hanno informato la costruzione di un discorso identitario nazionale italiano che mantiene vividi, ancora oggi, gli immaginari e le narrazioni legate alle Esposizioni Universali, alla rivoluzione industriale e all’Imperialismo coloniale. 


Ginevra Panzetti \ Enrico Ticconi (IT/DE) 
Silver Veiled (23’) 

In questo lavoro, in dialogo con l’architettura, è centrale l’uso dell’oggetto bandiera per il disegno di una partitura di svelamenti, che evoca una stretta quanto antica fratellanza tra due oggetti tessili, bandiera e sudario. I drappi si presentano in un grigio argenteo, ripuliti da simboli e stemmi sino a raggiungere la loro essenza plastica, un punto zero privo di connotazioni in cui tutto può emergere, cominciare o sparire. A definire il simbolo, non sono maestosi quanto temibili predatori come l’aquila o il leone, simboli araldici di potenza, ma è un becco di pappagallo, un volatile che ha la caratteristica di imitare e ripetere frasi e parole, ignorandone contenuti ed effetti. 


Daniele Spanò (IT)
Fake News (2’23’’) 

Fake News è un dispositivo generatore di un’immagine. L’immagine artificialmente costruita, è quella di una bandiera italiana che sventola. In Fake News l’obiettivo è di mettere in luce il rapporto tra immagine e finzione nella contemporaneità. Se da una parte il lavoro tenta di svelare i meccanismi disgiuntivi che intercorrono tra l’immagine e la sua provenienza, dall’altra il tentativo è quello di evidenziare come il nazionalismo intrinsecamente accoglie questo meccanismo mistificatorio basato sulla narrazione di valori divisivi, privilegiati, razzisti e coloniali. 


Dehors \ Audela (IT)
Ahi, caduti (7’)  

Ahi, caduti è un frammento di Corpo Urbano, progetto transmediale realizzato nel 2019 nella città di San Donà di Piave, individuando, grazie ad una lunga residenza, alcuni tra gli elementi di maggiore orgoglio identitario e di maggiore persistenza nell’immaginario collettivo locale.  

Nei pressi del ponte sul Piave, a suggellare l’importanza avuta dalla città veneta durante la prima guerra mondiale, sorge una copia quasi esatta del monumento al bersagliere eretto nel 1932 a Roma, a Porta Pia. 


Salvo Lombardo \ Daniele Spanò (IT)
Wasn’t built in a day (15’) 

Con il video Wasn’t built in a day Salvo Lombardo e Daniele Spanò indagano la rappresentazione del potere e le sue radici che affondano in un classicismo disegnato nei secoli. L’opera attraversa quel sistema di segni che sottendono iconografie, canoni estetici, narrazioni e pseudo genealogie alla base della costruzione dell’identità culturale e nazionale in Italia. Quali sono le matrici dei discorsi nazionalistici di oggi? Quali le rappresentazioni – molte di stampo coloniale – che permeano ancora nel nostro presente? E quali, invece, le “contro-figure” che resistono a queste rappresentazioni?  


Elena Bellantoni (IT)
Sokratis (4’59’’) 

Il calcio unisce, separa anche e mette insieme. Ogni Nazionale ha la sua maglia. L’artista Elena Bellantoni ha scelto la maglia del capitano della Grecia Sokratis per un duello a tu per tu con l’Europa a suon di pallonate che prende forma su un muro abbandonato di Atene.  “In questo spazio come fosse un graffito ho disegnato – seguendo le mie misure – la bandiera della Comunità Europea: il muro di cemento è duro, non fluttua al vento” (Elena Bellantoni). 


Carsten Saeger (DE)
Reproduction (of strangeness and hope) (6’56’’) 

Carsten Saeger esplora la storia del busto di Patrice Lumumba (figura simbolica del movimento indipendentista dei paesi africani), eretto nel 1961 a Lipsia come atto di solidarietà e poi rubato nel ’97. Il video riproduce in realtà aumentata il busto originale, mettendo in discussione l’appropriazione artistica dell’immagine di Lumumba e l’alienazione che consegue dalla rappresentazione stereotipata della figura. Saeger analizza i processi della memoria collettiva e della presenza fisica nello spazio pubblico e delle funzioni cerimoniali dei siti di memoria. 


Filippo Berta (IT)
Homo Homini Lupus (3’43’’) 

L’uomo è lupo per l’uomo. “Filippo Berta ribalta l’assunto hobbesiano: per visualizzare la ferinitas del genere umano, l’artista utilizza direttamente un branco di lupi. Immersi in un paesaggio quasi lunare, i lupi si contendono violentemente non una preda ma un oggetto, una bandiera italiana, e questo ci spiazza, con un’allegorica mise en scène che rivendica le ragioni dello stato di natura sullo stato di diritto […]”. (Eugenio Viola) 


Mohamed Abdelkarim (EG / NL)
I Almost Forgot The Roving Body…Let’s Call It The Future (7’12’’) 

In un mondo pieno di droni e di esseri umani estinti, il video propone il frammento di un viaggio  di emigrazione verso “nord” condotto da un drone. Il dialogo con la voce anonima che lo accompagna è lo spunto per riflettere sui conflitti e sul contrasto tra le infrastrutture e le geografie. L’opera fa parte della ricerca in seno al più ampio progetto On the negative dialectic toward the future, che indaga l’agency dell’immagine del paesaggio inteso come testimone e che considera la performance del paesaggio nelle sue svolte politiche, ecologiche, geologiche e geomorfiche. 

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