Musiche di Francesco da Milano, Fabrizio Dentice, Giulio Severino, Gesualdo da Venosa
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Musiche di Francesco da Milano, Fabrizio Dentice, Giulio Severino, Gesualdo da Venosa

Concerto di Michele Carreca dedicato all’arte liutistica e alla sua evoluzione nella Napoli barocca

Nell'ambito di ROMA FESTIVAL BAROCCO XV EDIZIONE

29.09.2022 ORE 21:00 Chiesa Santo Stefano del Cacco
Chiesa Santo Stefano del Cacco, Via di Santo Stefano del Cacco, Roma, RM, Italia

Informazioni

Due date sono alla base di questo programma di musica per liuto, una certa e l’altra probabile: la prima (1536) è l’anno di pubblicazione, a Napoli, dei volumi di Intavolatura de viola o vero lauto di Francesco Da Milano; la seconda (1613) è la probabile datazione del Manoscritto Barbarino, raccolta miscellanea che, insieme al manoscritto una volta detto “di Siena”, è la fonte principale della musica dei compositori effettivamente napoletani, tra i quali spicca la figura di Fabrizio Dentice, di nobili natali, che ebbe fama di eccellente liutista e compositore di musica vocale.

La presenza di un “intruso”, per di più milanese, è necessaria ad inquadrare l’arte liutistica e la sua evoluzione a Napoli. Come nel resto d’Italia, la musica di Francesco Da Milano è infatti motore e ispirazione importante per lo sviluppo dei generi di forma libera, come Fantasia e Ricercare e la pubblicazione dell’opera a Napoli, probabilmente non autorizzata, potrebbe avere avuto un ruolo importante proprio nella sua diffusione nella città partenopea. Evidente è l’ispirazione contrappuntistica, nel solco della tradizione italiana, dei brani di Fabrizio
Dentice e Giulio Severino. Le testimonianze di una loro produzione musicale ispirata alla danza sono scarse e, talvolta, di incerta attribuzione, mostrando ancora una volta grande affinità con Francesco Da Milano, che – caso rarissimo per un liutista – non ha lasciato alcuna testimonianza di musica di questo genere.

Ulteriore richiamo alla tradizione nobile dello strumento è rappresentato dall’intavolatura per liuto del madrigale a 5 voci Bella Angioletta di Gesualdo da Venosa, mentre i brani tratti dal manoscritto Barbarino allargano il panorama della musica per liuto a Napoli, anche se non attribuibili con certezza a mani napoletane, per quanto l’ipotesi non sia da escludere. A questi si aggiungono i brani su ostinato (Tenore di Napoli, Ruggero, Folia), eseguiti certamente a Napoli, come nel resto d’Italia.

La Sfessagna (Sfessaina in altre fonti seicentesche) che chiude il concerto è un brano in cui l’evidente origine partenopea incrocia la storia della commedia dell’arte e dei balli popolari.

Michele Carreca, liuto

Il programma potrebbe subire variazioni

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