Myung-Whun Chung

Myung-Whun Chung

Concerto dell'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal Maestro sudcoreano

Nell'ambito di Accademia Nazionale di Santa Cecilia | 2023 - 2024


Informazioni

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

direttore Myung-Whun Chung

Beethoven Sinfonia n. 6 “Pastorale”
Stravinskij La Sagra della Primavera

Torna a Santa Cecilia uno dei direttori più amati dal pubblico, Myung-Whun Chung, già Direttore Principale dell’Orchestra ceciliana dal 1997 e dal 2005, e da allora ospite abituale dell’Accademia.

Durata del concerto
Prima parte: circa 45′
Intervallo: circa 15′
Seconda parte: circa 35′

PRIMA DEL CONCERTO
Venerdì 12 gennaio  alle ore 19, prima del concerto, c’è Preludio, un appuntamento per approfondire i brani del programma sinfonico eseguito dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e un modo per avvicinarsi alla musica con un gusto nuovo, per scoprire la storia e il contesto in cui i grandi capolavori hanno visto la luce.

Apre il programma la Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven, definita da Berlioz uno “stupefacente paesaggio [che] sembra composto da Poussin e disegnato da Michelangelo” e forse la più enigmatica tra le sinfonie beethoveniane, suddivisa in cinque movimenti, ciascuno con un’indicazione programmatica. La sinfonia, eseguita per la prima volta nel dicembre del 1808 a Vienna, è anche la testimonianza del grande amore che il compositore nutriva per la natura, di cui troviamo molte tracce nella sua corrispondenza, come per esempio in una lettera inviata ad una sua amica nel 1810: “Quanto è fortunata Lei che ha potuto trasferirsi così presto in campagna. Io non potrò avere questa gioia fino al giorno 8, ma già me ne rallegro come un bambino solo a pensarci. Che bellezza potermene andare finalmente in giro fra siepi e boschi, fra alberi, erbe, rocce. Nessuno può amare la campagna quanto io l’amo – boschi, alberi, rocce rimandano l’eco che l’uomo desidera udire”. Nella seconda parte del concerto, Chung dirigerà uno dei massimi capolavori del Novecento, La sagra della primavera, il terzo balletto scritto da Igor Stravinskij per i Ballets Russes di Djagilev e che descrive, come scrisse lo stesso autore, “Lo spettacolo di un grande rito sacro: i vecchi saggi, seduti in cerchio, che osservano la danza fino alla morte di una giovinetta che essi sacrificano per rendersi propizio il dio della primavera”. La prima ebbe luogo nel 1913 a Parigi, tra l’altro alla presenza di Alfredo Casella, Ravel e Camille Saint-Saëns, e fu uno dei più grandi scandali musicali di sempre, di cui riferì lo stesso Casella: “La rappresentazione ebbe principio in un religioso silenzio, davanti al pubblico inverosimilmente eterogeneo, elegante, intellettuale, raffinato, cosmopolita […]. A metà del preludio, scoppiò la tempesta, sotto forma di urli, fischi e schiamazzi di ogni genere. Quando si aprì la scena, la coreografia di Nijinski, anziché attenuare la bufera, la aggravò ancora”. Al termine della rappresentazione Djagilev commentò: “Esattamente quello che volevo”.

Il programma potrebbe subire variazioni

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