La conferenza tratta della realizzazione, dello sviluppo e del funzionamento dei Porti Imperiali (Portus Augusti) di Roma, realizzati a partire dal 42 d.C., con la costruzione del Porto di Claudio prima e di quello di Traiano poi, a circa 4 Km da Ostia, a servizio di quella che era ormai divenuta capitale di un Impero sempre più in espansione e verso cui era necessario convogliare gli ingenti approvvigionamenti di beni e merci provenienti da ogni parte del Mediterraneo.
Portus dipese amministrativamente, almeno fino al IV sec. d.C., da Ostia che fino ad allora era stato lo storico porto fluviale alla foce del Tevere, divenuto ormai insufficiente a gestire un traffico commerciale vieppiù intenso, ma che non cadde comunque in disuso, rimanendo punto nevralgico per l’annona e garantendo alla colonia ricchezza e prosperità, quale si riscontra nel suo sviluppo urbano e monumentale. Accanto all’analisi dell’articolazione architettonica e funzionale del complesso portuale, è illustrata la peculiare organizzazione del territorio, fulcro del sistema Ostia-Portus, a garanzia di un rapido ed efficiente collegamento tra i due centri portuali, anche e soprattutto in relazione a Roma. In tal senso fu essenziale la realizzazione della Fossa Traiana, oggi Canale di Fiumicino, da cui si originò la porzione di terra oggi nota come Isola Sacra, occupata non solo dalla monumentale Necropoli, ma anche da veri e propri quartieri (quello extra-portuense, legato ai Porti Imperiali; e il cd. trastevere ostiense, legato per l’appunto al porto fluviale di Ostia) destinati ad assolvere tutte quelle funzioni e attività connesse allo stoccaggio delle merci e agli assolvimenti esattoriali.
Il quadro che ne emerge è quello di un contesto topografico, urbano e monumentale, quale quello di Ostia e Portus, fortemente condizionato dal ruolo assolto di porti e di porta di Roma che inevitabilmente ne condizionò anche la storia economica, sociale, culturale e religiosa.
Cristina Genovese
Laureata (presso l’Università di Palermo) e specializzata (presso l’Università del Salento) in archeologia Classica, consegue il Dottorato di ricerca in Scienze archeologiche e storiche (presso l’Università di Messina), occupandosi nelle tesi di argomenti attinenti al collezionismo e alle problematiche storico-artistiche di sculture dalla colonia romana di Tindari (Me) al Museo Salinas di Palermo e all’analisi della decorazione figurata dei Ninfei di età romana di Hierapolis di Frigia (Turchia). Ha partecipato a scavi archeologici e a progetti di ricerca svolti per istituti universitari in Italia e all’estero su tematiche legate alla cultura figurativa in ambiti cultuali e pubblici di età arcaica, ellenistica e classica (prevalentemente in ambito sicelioto e microasiatico).
Funzionario archeologo presso il Parco archeologico di Ostia antica (Ministero della Cultura), dove ricopre il ruolo di Responsabile della Tutela archeologica del Comune di Fiumicino di competenza del Parco e di Responsabile del Catalogo beni mobili, Mostre e Prestiti; svolge attività di supporto nella gestione dei Depositi ostiensi e delle aree archeologiche di Isola Sacra (Fiumicino).
Marina Lo Blundo
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in archeologia classica presso l’Università degli Studi di Genova, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia e Conservazione dell’oggetto d’arte e d’architettura presso l’Università degli Studi di Roma Tre occupandosi dello studio dell’area sacra della città romana di Sentinum (Sassoferrato, AN) con particolare riferimento alle dinamiche di distruzione e spoliazione del complesso.
Funzionario archeologo presso il Parco archeologico di Ostia antica, ricopre il ruolo di responsabile dell’Area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano e dell’Archivio fotografico di Ostia antica. Da anni impegnata in progetti di comunicazione web dell’archeologia, cura la comunicazione social del Parco. È referente di sito per il Marchio del Patrimonio Europeo conferito dalla Commissione Europea all’area archeologica di Ostia antica nel 2020.